L’incenso è sempre stata considerata una materia inerente al Sacro. Già nel mondo greco era molto diffusa la tradizione di utilizzarlo a scopi magici e rituali.
A testimonianza di ciò la Mirra, l’Olibano, il Laudano, il Cinnamomo e tutte le altre resine e piante utili a tale scopo erano protette da divinità o da figure mitologiche.
Ma il legame dell’incenso in ambito sacro viene ancora da più lontano: sembra infatti che, anche nei millenni precedenti alla venuta del Cristo, le fumigazioni fossero un modo per offrire le proprie preghiere alle divinità, per meditare e per purificare.
Anche ai tempi nostri gli incensi non hanno perso la loro funzione originale e il fascino millenario. Si utilizzano in coni, bastoncini o in misture sciolte. Le forme sono le più svariate, ma il concetto fondamentale rimane lo stesso di molti millenni fa.
Che cos’è l’incenso
Hai sentito parlare spesso di incenso, è un termine molto comune che viene utilizzato in svariati ambiti, ma sapresti dire che cosa è esattamente l’incenso? Probabilmente no.
L’etimologia della parola “incenso” ci porta a scoprire che essa non determina la sostanza, ma bensì l’azione di bruciarla, “incendere” ovvero “incendiare”.
Ne consegue che qualunque sostanza che una volta infuocata diffonda un fumo denso e profumato, può essere correttamente chiamata “incenso”.
Ciò apre le porte a centinaia di odori, sentori, forme, colori… in ogni cultura, nei millenni, si aveva la propria ricetta per creare questa preziosa mistura che era strumento d’accompagnamento alla vita spirituale.
Secondo le tradizioni che sono arrivate fino a noi, gli incensi erano creati utilizzando resine come Olibano, Benzoino e la Mirra, assieme a diversi legni aromatici, erbe, fiori, radici, semi e cortecce.
La storia dell’incenso non è facile da raccontare poiché mancano molte tessere al puzzle: solitamente preparare l’incenso era considerata parte integrante della tradizione esoterica e si tramandava dunque soltanto per via orale.
La tradizione dell’incenso nella storia
Secondo molti studiosi che hanno preso in esame la questione, l’abitudine di bruciare resine ed erbe profumate potrebbe risalire ai primissimi fuochi accesi dall’umanità.
Evidentemente questi antichi uomini preistorici si devono essere accorti dei profumi piacevoli di certi elementi e che questi aromi avevano un influsso positivo sullo stato emotivo.
Quello che sappiamo di certo è che si trova prova dell’uso dell’incenso in tutto il mondo, in ogni epoca. Non a caso il suo commercio è ancora oggi enorme su scala mondiale.
La civiltà antica che ha lasciato più tracce del suo rapporto con l’incenso è probabilmente quella egizia. Infatti in Egitto si era adusi ad utilizzare la l’olio di Mirra per imbalsamare, altre resine a fini terapeutici e cosmetici, ed anche per la preparazione del famoso Kyphi, un incenso la cui ricetta è stata tramandata da Plutarco nell’opera “De Iside et Osiride”.
Per gli egiziani infatti il Kyphi era così importante che ne scrissero la ricetta sulle pareti dei templi, in modo da non perdere mai questo prezioso strumento.
Nella chiesa paleocristiana veniva utilizzato l’incenso anche come simbolo dell’ascesa delle preghiere verso il Cielo. Ma anche gli indigeni d’America usavano già l’incenso quando incontrarono gli europei.
L’incenso in Oriente
Tradizionalmente però è in Oriente che l’incenso riscuote un successo enorme: infatti in questa parte del mondo l’incenso viene utilizzato anche nel quotidiano.
Le fumigazioni infatti, presso gli Indù, ad esempio, ma anche nella cultura buddhista, sono utilizzate in ogni cerimonia, offerta, festa, iniziazione, rito quotidiano…
In Cina viene utilizzato per onorare le divinità domestiche e per il culto degli antenati. In Giappone l’incenso è considerato addirittura un pilastro fondamentale del rituale scintoista.
Il Giappone, come spesso accade in questa terra, ha trasformato la produzione e l’utilizzo dell’incenso in una vera e propria arte, piuttosto mistica.
Sembra che siano stati i monaci buddisti ad introdurre questo tipo di cultura in Giappone, nel VI secolo. I monaci infatti utilizzavano aromi ritenuti sacri nei loro riti di purificazione ed il profumo del “Koh”, un incenso di alta qualità, venne apprezzato dai nobili giapponesi nei duecento anni a seguire.
La cultura dell’incenso si diffuse ed infatti abbiamo testimonianze storiche che confermano che i Samurai del XIV secolo svolgevano un rito di preparazione alla battaglia utilizzando l’incenso.
Passavano sui fumi gli elmi e le armature allo scopo di ottenere un’aura d’invincibilità. Tra il 1400 e il 1500 l’uso dell’incenso si diffuse nelle classi superiori e medie.
Cominciò quindi il Koh-Do, ovvero la “via dell’incenso”, e trasformando le fumigazioni di incenso in una sorta di alimento spirituale.
Fu proprio il Giappone, quando uscì dal suo isolamento culturale, a introdurre in occidente l’uso dell’incenso anche in ambito domestico per cercare tranquillità, pace e riflessione.
L’incenso apre la mente, calma lo spirito, nobilita i sentimenti. Ancora oggi in Giappone vi sono due marchi, Nippon Kodo e Shoyedo, che rispettano la tradizione andando a ricreare aromi antichi, con molta meticolosità, al fine di creare incensi raffinatissimi anche nelle confezioni.
Un mondo di incensi
Come anticipato brevemente in precedenza ogni cultura ha realizzato gli incensi attraverso ricette proprie, a volte segrete. I materiali utilizzati nella fabbricazione dell’incenso sono spesso legati alla disponibilità locale.
I Nord Americani usavano molta salvia e cedro, ad esempio. Ma il ruolo dell’incenso ebbe un’importanza tale che accanto alla famosa via della seta era nata anche una via dell’incenso. India e le coste del Mediterraneo commerciavano molto in questo tipo di prodotti.
In occidente il consumo di incenso si mantenne in una forma tradizionale, mentre in oriente si svilupparono degli incensi a forma di bastoncino, a coni, e incensi solidi dalle forme studiate per essere utilizzate in maniera comoda.
Allo stato attuale, in Occidente, soltanto la chiesa Cattolica e quella Ortodossa utilizzano ancora la fumigazione durante la celebrazione. Le chiese protestanti infatti l’abolirono perché ritenevano quel rituale troppo pagano.
Al giorno d’oggi gli incensi di alta qualità vengono utilizzati specialmente negli ambienti esoterici e olistici e la maggioranza delle persone, quando pensa all’incenso lo fa credendo che siano dei bastoncini di carbone intinti in essenze chimiche.
Vi è però un mercato di amatori che sa apprezzare degli incensi realizzati seguendo le antiche tradizioni che sfruttano i poteri mistici di erbe e resine al fine di aprire la Consapevolezza.