Come probabilmente sai, vengono chiamate “Sibille” delle carte di origine molto antica che vengono utilizzate a scopo divinatorio. Sono in assoluto, dopo i Tarocchi, le carte più utilizzate nella cartomanzia.
Il nome rimanda alla “Sibilla” una figura storico mitologica che ha lasciato un segno nei secoli: si trattava infatti di una sacerdotessa che in antichità aveva il compito di interpretare il passato, chiarire il presente e predire il futuro.
Tra le varie sibille che si sono alternate nel ruolo di sacerdotessa, vi è quella che ha dato il nome al ruolo stesso: la Sibilla Libica. Delle sibille si parla sia nella mitologica greca che in quella romana e sono state ritrovate molte testimonianze storiche della loro reale presenza e del credito che riscuotevano presso la popolazione.
Sibilla tra storia e mitologia
“Sibilla” dunque era diventato, per i greci e per i latini, una classe sociale, quella delle profetesse. Esse erano giovani e vergini ed erano delle vere e proprie iniziate che svolgevano attività mantica in pieno stato di trance.
Sibille si nasceva, evidentemente, poiché certi doni sono innati, ma andavano però incanalati e ben indirizzati soprattutto per predire il futuro che era senz’altro ciò che veniva maggiormente richiesto dai loro contemporanei.
I loro responsi erano sempre numerosi e leggeri come le foglie e come quest’ultime venivano portati dal vento. Molto spesso i responsi delle sibille venivano interpretati dai consultati a loro piacimento poiché, come noto, non sempre la verità è gradita.
Sono moltissime le opere letterarie che parlano delle sibille o per lo meno ne citano l’esistenza. Tanto che si possono citare decine e decine di nomi di sibille di grande successo che sono state immortalate in importanti scritti.
E’ fin troppo evidente che la figura della sibilla ha ricoperto un ruolo molto importante in antichità e che costituiva una vera e propria istituzione, riservata a donne, giovani, vergini e dai poteri straordinari.
Le Sibille, ovvero le carte chiacchierine
Le Sibille oggi sono conosciute come carte per la divinazione, e vengono chiamate anche come carte chiacchierine o pettegole poiché sembrano particolarmente adatte a rivelare verità inerenti a questioni d’amore e a eventi della vita quotidiana.
Si distinguono dai Tarocchi poiché hanno una grafica molto intuitiva, piuttosto colorata, ricca di significati, e non lasciano molti dubbi o incertezze.
Il mazzo di Sibille è composto da 52 carte, divise in quattro semi: cuori, fiori, picche e quadri. Il seme di Fiori annuncia eventi positivi, novità e speranza, creatività e ottimismo.
Il seme di Quadri è sinonimo di affari, denaro e questioni economiche, mentre il seme di Cuori parla di sentimenti, emozioni, sensibilità e affetti.
Il seme di Picche, invece, ci parla di coraggio, di pensiero e può preannunciare momenti difficili, eventi dolorosi, momenti di lotta, o comunque situazioni negative.
Le carte sono estremamente chiare: ognuna rappresenta un oggetto o una figura ed in fondo riporta il nome della carta, il seme di appartenenza e l’interpretazione.
Ognuno dei semi ospita 13 carte: dall’asso al dieci più le tre figure, il fante, il re e la regina. Ogni carta ospita una rappresentazione figurata che illustra il suo significato divinatorio, in senso generale.
Oltre alla rappresentazione, in alcuni mazzi vi è inserita anche una vera e propria didascalia che raccoglie tutti i punti chiave di interpretazione della carta.
Per completezza è necessario ricordare che vi sono anche mazzi costituiti da soltanto 32 carte che si basano sul “jeu du piquet”, un gioco molto di moda nell’Ottocento, che prevedeva che ad ogni mazzo venissero tolte le carte dal 2 al 6 di ogni seme.
Anche le Sibille, proprio come i Tarocchi, utilizzano quindi un mazzo di carte derivato, ovvero che era prima utilizzato a scopo ludico e soltanto poi è stato utilizzato anche in ambito divinatorio.
Le Sibille Lenormand
Marie Adélaide Lenormand o “Mademoiselle Lenormand” è stata la più celebre cartomante tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo e chiamava se stessa, nei suoi libri, come “Sibilla”, o “Sibilla dei salotti”, o Sibilla di Saint German.
Era una cartomante certamente ben inserita in tutti i salotti più prestigiosi ed è stata amica e confidente anche di Josephine de Beauharnais, la prima moglie di Napoleone.
Il mazzo che porta il suo nome non è mai stato utilizzato da Mademoiselle Lenormand, visto che lei utilizzava delle comuni carte francesi.
Fatto sta che la sua fama è cresciuta talmente tanto che un mazzo di Sibille ha ereditato il suo nome e l’ha quindi resa immortale. Si tratta di un mazzo di 36 carte che è stato pubblicato per la prima volta nel 1870.
Nel mazzo di Sibille Lenormand le 36 carte hanno lo stesso significato sia con le carte al diritto che al rovescio. Queste carte sono senza dubbio tra le Sibille più utilizzate ma è bene ribadire che non ha nessuna reale attinenza con la grande cartomante del diciottesimo secolo.
La stesa delle carte
Quando si opera con le Sibille è bene ricordare che le carte estratte forniscono delle ottime informazioni attraverso l’interpretazione della loro simbologia o delle allegorie in esse riportate.
Ma anche le reciproche posizioni e la relazione tra le carte possono dare un contributo importante alla corretta interpretazione. Le Sibille danno indicazioni sulle scelte attuali, sulla direzione da prendere e su ciò che comunque accadrà a prescindere da qualunque nostra azione.
Le Sibille hanno fatto proprio il diktat raccolto nella Tavola Smeraldina ed attribuito a Ermete Trismegisto: “Ciò che è in alto è come ciò che è in basso”.
Questo è il principio su cui si fondano molte conoscenze esoteriche provenienti da tutte le culture e su cui si fonda anche la sapienza delle Sibille.
Per la stesa si può procedere in diversi modi in base a varie tradizioni e tendenze. Ci sentiamo però di suggerire l’estrazione di 6 carte, 2 per il passato, 2 per il presente e 2 per il futuro.
Il mazzo viene mescolato sette volte, viene poi tagliato con la mano sinistra, si dispongono le carte sul tavolo e si estraggono le sei carte che saranno da interpretare.