Non molti hanno sentito parlare della sindrome da anniversario seppure sia senza dubbio uno dei fenomeni più interessanti e, per certi versi, affascinanti che riguardano le dinamiche familiari.
Stiamo infatti parlando di un fenomeno che ha interessato moltissimi studi e che ha fatto parlare di sé moltissimi scienziati di grande rilevanza internazionale.
Come noto la psicogenealogia mette in chiara evidenza che oltre ad avere una coscienza individuale le persone hanno dentro di sé anche una coscienza familiare che ha un’influenza straordinariamente importante nella loro vita.
Questa sorta di inconscio familiare è una specie di contenitore in cui sono raccolti tutti i ricordi e le informazioni che fanno parte della storia familiare. È bene precisare che queste informazioni spesso non sono affatto note a livello conscio.
Non bisogna dunque confondere la coscienza familiare con il bagaglio di ricordi personali, ma veri e propri lasciti anche atavici, comunque lontani nel tempo, e che possono non aver mai avuto alcuna relazione diretta con il soggetto interessato.
Che cosa è la Sindrome da Anniversario?
Questo fenomeno così particolare che ha tanto interessato gli studiosi di psicogenealogia, si esplicita solitamente nella coincidenza tra le date di nascita, di morte, di matrimonio, di incidente… di diversi membri della famiglia. Ma anche l’insorgere di alcune malattie o quando si verificano certi incidenti ad una certa età o magari ad una data particolare. Eventi in sostanza che potrebbero essere definiti dai più disattenti come “coincidenze” o da un punto di vista più maturo “sincronicità”.
Ad esempio ad una determinata età, mettiamo 41 anni, in una certa famiglia si assiste ad un ripetersi di un incidente molto grave. La tipologia di incidente può cambiare, ma di generazione in generazione un membro della famiglia dopo avere compiuto 41 anni subisce un incidente di grave entità.
Non è un caso. Le ferite lasciano un segno profondo nell’animo umano tanto da entrare nel proprio corredo genetico che viene poi trasmesso alle generazioni successive. In particolare tutto ciò che non viene espresso, non muore, rimane e viene tramandato.
L’eredità transgenerazionale
Qualunque siano i nostri convincimenti personali è innegabile che siamo legati ai nostri antenati dai cromosomi, ma anche dalle loro credenze, dai comportamenti, dagli usi, dai costumi, dalle paure. In alcuni casi, alcuni di questi comportamenti, ricordi o paure, si traducono in una sintomatologia fisica ed in qualche modo il nostro corpo diventa una tela su cui si esprime il dolore dei nostri antenati.
In ambito psicogenealogico si parla di “lealtà familiari invisibili” che sono una sorta di legame transgenerazionale che fa attraversare i secoli a sentimenti importanti, come la tristezza, l’angoscia, la colpa, la paura… Senza un’elaborazione psichica di queste espressioni sentimentali, il legame non si interrompe e tornerà a riproporsi di continuo.
In particolare tutti quei traumi che non sono stati elaborati e risolti dalle vittime vengono passati ai discendenti, quasi come se fosse un carico di lavoro che qualcuno prima o poi deve risolvere. Purtroppo però si tratta di un carico inconscio che per essere lavorato deve essere portato alla coscienza.
Ecco lo scopo della psicogenealogia, riportare alla luce fatti accaduti molto tempo prima e che hanno condizionato l’inconscio familiare risuonando poi nell’individuo trattato.
Esempi famosi di Sindrome da Anniversario
Vi sono esempi molto noti di eventi traumatizzanti e di persone traumatizzate che hanno tramandato il loro carico alle generazioni successive con i legami di lealtà invisibili. Uno dei più classici per quanto riguarda nello specifico la sindrome da anniversario è quello della famiglia Kennedy.
Il presidente John Kennedy, fu avvertito che il 22 Novembre del 1963 avrebbe potuto subire un attentato e che era meglio utilizzare una macchina chiusa, con il tetto. Egli invece volle attraversare Dallas con l’auto cabriolet e venne ucciso da diversi colpi di fucile.
Il nonno di JFK si chiamava Patrick e rimase orfano di padre quando aveva ancora soltanto sei mesi. Dove troviamo la sindrome da anniversario? Il padre di Patrick Kennedy morì il 22 Novembre. Il figlio di JFK, John John, ha ripetuto l’esperienza di Patrick, proprio in quel giorno.
I chirurghi di Napoleone nell’anno 1812 si accorsero che i traumi della campagna di Russia, gli shock post traumatici, stavano passando dai sopravvissuti alle generazioni successive: in certe date essi rivivevano gli incubi e le angosce nate in guerra.
Anche le nazioni sembrano andare incontro alla sindrome da anniversario: la Serbia fa risalire la fine della Grande Serbia al 28 Giugno 1389 con la presa di Costantinopoli da parte degli Ottomani (seppure in realtà sia un errore poiché la presa di Costantinopoli avvenne il 29 Maggio 1453, mentre il 28 Giugno 1389 ci fu la battaglia dei Campi del Kossovo).
Da questo scambio di date è nata la leggenda del 28 Giugno come giorno sacro per la Serbia.
Le perdite ed il trauma di questi eventi hanno portato al ripetersi di una sindrome da anniversario per oltre seicento anni che ha dello straordinario: come noto la Grande Guerra ebbe inizio proprio a Sarajevo con l’uccisione dell’erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico, Francesco Ferdinando d’Austria. Ovviamente il 28 Giugno, del 1914.
Sotto la presidenza Milosevic iniziò lo sterminio della popolazione dell’ex Jugoslavia con la costruzione di un monumento a San Lazzaro, i cui resti fece riportare in Kossovo, proprio in memoria della battaglia del 1389. Questo avvenne il 28 Giugno 1989.
Questo fatto è chiaramente una memoria ancora viva, che ha attraversato seicento anni di storia di un paese, ma che a livello inconscio è una ferita mai rimarginata, un trauma che continua a passare da una generazione all’altra senza soluzione di continuità.
Le eterne ripetizioni
La storia è piena di questi fatti nelle famiglie, nei gruppi, nelle nazioni. Anche come umanità tutta vi sono dei lasciti comuni legati magari a fenomeni naturali che hanno sconvolto la vita dell’uomo e il cui ricordo inconscio, il legame di lealtà invisibile, è ancora vivo dentro di noi.
Finché questa memoria non viene portata alla mente conscia, riconosciuta per quel che è, elaborata ed infine dissolta, le influenze del passato porteranno ad eterne ripetizioni.