Psicogenealogia

Psicogenealogia: l’albero genealogico, Il Genosociogramma e la Sindrome dell’Anniversario

La grande rivoluzione che la psicogenealogia ha portato nel campo degli studi che prendono in esame la vita umana è legata al fatto che il patrimonio genetico, che passa di generazione in generazione, è molto più ricco di quello che si credeva.

La psicogenealogia infatti sostiene che oltre ai dati che determinano certe caratteristiche fisiche si vadano ad ereditare anche caratteristiche psicologiche, situazioni irrisolte e veri e propri traumi.

 

La risalita dell’albero genealogico

Grazie alla psicogenealogia è possibile risalire i rami dell’albero genealogico per andare ad individuare quegli eventi del passato che hanno influenzato la vita degli antenati e che continuano ad influenzare, in maniera spesso inconscia, la nostra vita.

Queste dinamiche antiche costituiscono dei veri e propri blocchi che impediscono di raggiungere i propri obiettivi e di realizzare sé stessi alle persone.

 

La nascita della psicogenealogia

Il termine psicogenealogia si riferisce ad un metodo di indagine che è stato concepito e sviluppato negli anni Settanta del Novecento e che va a studiare proprio le caratteristiche psicologiche di un determinato individuo, seguendo la sua discendenza famigliare.

L’idea di fondo è appunto quella che i ricordi degli antenati siano rimasti nel nostro inconscio e che influenzino direttamente la nostra vita.

La nostra esistenza, il nostro carattere, le nostre reazioni, sono figlie dunque non solo della nostra storia personale, ma anche di tutte le esperienze di vita maturate all’interno del sistema famigliare.

La psicogenealogia si propone di andare a tirare fuori quei retaggi nascosti, di portare alla luce quegli eventi non vissuti direttamente dalla persona e che hanno un’influenza negativa.

In buona sostanza si tratta di un metodo per tagliare la tremenda catena che ci lega a fatti negativi che bloccano lo sviluppo personale.

 

Lo sviluppo del metodo

È stata la dottoressa Anne Ancelin Schützenberger, psicologa e psicoterapeuta francese, a sviluppare il metodo della psicogenealogia ispirandosi al lavoro di una psicanalista infantile, Françoise Dolto. La Dolto infatti teorizzava degli effetti importanti sulla coscienza dei bambini che derivavano dalla famiglia d’origine.

Anche Didier Dumas, allievo della Dolto, arrivò ad esporre una teoria sui fantasmi tanto temuti dai bambini: sarebbero traduzioni simboliche dei traumi ereditati dagli antenati.

In estrema sintesi questi sviluppi portavano a teorizzare una sorta di “grotta” in cui si depositano i “fantasmi” che arrivano dal passato: una zona della coscienza in cui si trovano traumi e situazioni irrisolte che si manifestano sotto forma di paure, allucinazioni, disturbi fisici, manie, ossessioni…

 

Il Genosociogramma

A disposizione della psicogenealogia vi sono diversi strumenti tra cui spicca il genosociogramma, un “ferro del mestiere” che consente di tenere conto non solo dei legami di parentela esistenti, come l’albero genealogico, ma anche il ripetersi di eventuali traumi nella storia della famiglia.

In pratica si tratta di una versione commentata e affettiva dell’albero genealogico sviluppato da Murray Bowen. Qui sono raccolte infatti anche le relazioni dell’individuo con l’ambiente e gli altri personaggi.

In questo schema, che utilizza una precisa simbologia, vengono dunque considerate anche le persone non consanguinee che però hanno avuto un ruolo all’interno della storia famigliare. Potremmo definire il genosociogramma come una espansione dell’albero genealogico.

In fondo nella vita delle persone possono avere forti ascendenti anche figure non consanguinee come le balie, le donne di servizio, le o gli amanti, gli operatori sociali…

Tutte quelle figure che possono lasciare importanti tracce all’interno di una vita e che quindi possono inserirsi in quel pacchetto di informazioni che passa di generazione in generazione.

Grazie al genosociogramma si ha quindi una sorta di traduzione grafica della storia della famiglia, una specie di schema di un romanzo, grazie alla quale è possibile andare a ritrovare le ragioni del ripetersi di alcune situazioni, avvenimenti e attitudini. Non è ovviamente un caso se certi eventi si ripetono da una generazione all’altra.

 

La curiosa sindrome dell’Anniversario

A.A.Schützenberger, la studiosa che per prima ha sviluppato in maniera importante la psicogenealogia, ha osservato un curioso fenomeno durante la sua vita professionale.

Infatti la dottoressa ha ritrovato in diversi casi la sindrome dell’Anniversario, ovvero una ripetizione estenuante degli stessi eventi nella medesima data. Nella stessa famiglia, in una certa data, generazione dopo generazione, si verifica lo stesso tipo di evento. Un tipo di ripetizione molto evidente che ha fatto intuire alla studiosa che le sue teorie erano molto più che solide.

 

A cosa serve e come funziona la psicogenealogia?

Abbiamo già sottolineato in precedenza che l’obiettivo della psicogenealogia è quello di riportare alla luce ricordi seppelliti nell’inconscio famigliare, informazioni ereditate dai nostri avi che condizionano il nostro presente.

Ovviamente di solito si tratta di episodi assolutamente reali e molto spesso traumatici che hanno lasciato un profondo segno nella generazione che le ha subite e che sono entrate nel lascito alla generazione successiva.

Molto spesso si tratta di privazioni, di violenze, ingiustizie subite… che non hanno trovato una giusta risoluzione e che si ripresentano, ripetendosi in varie forme.

Spesso l’atto iniziale era stato negato o tenuto nascosto ed in qualche modo viene interiorizzato dall’individuo fino a trasmetterlo alla generazione successiva. Se quest’ultima non riuscirà a rielaborarlo e a risolverlo, passerà ancora avanti nel tempo, e così via…

 

Lavorare su sé stessi con la psicogenealogia

Per funzionare la psicogenealogia ha bisogno di un intenso lavoro su sé stessi, in modo da andare ad individuare le ripetizioni e rompere quei blocchi familiari che impediscono di vivere il presente appieno.

Lo strumento del genosociogramma consente di fare un salto quantico nella conoscenza delle proprie radici, dei legami e delle dinamiche famigliari di cui non si aveva conoscenza diretta.

Solitamente si tratta di avvenimenti che non sono stati nemmeno tramandati a livello conscio, nessuna storia tramandata di padre in figlio, quindi l’individuo, nella sua parte conscia, è del tutto estraneo alla questione, seppure questa gli blocchi la vita.

 

La seconda fase

Dopo questa prima fase di indagine è indispensabile che gli eventi non conclusi, le ingiustizie fatte o subite, i lutti non elaborati e tutti gli avvenimenti di una certa importanza che influenzano in maniera inconsapevole la nostra vita, siano elaborati.

Questa elaborazione è un processo che prevede la comprensione dell’evento e il riconoscimento dello stesso per quello che è nella sua essenza. Un modo per liberarsi definitivamente di queste antiche catene che appesantiscono il presente.

 

Le Costellazioni Familiari

Uno strumento integrativo che viene utilizzato in psicogenealogia è quello della Costellazione Familiare Sistemica Spirituale che viene utilizzata per compiere un viaggio interiore assolutamente straordinario.

Spesso questo metodo viene utilizzato in gruppo, ma anche singolarmente, e serve a rimettere in scena alcune situazioni, appartenenti al passato, che devono essere osservate ed esposte e che in qualche modo stanno condizionando la vita dell’individuo presente.

Attraverso questo strumento straordinario si cerca di riconoscere e onorare il sistema famigliare e al contempo liberare l’individuo presente da quelle ripetizioni, da qui meccanismi invisibili, che le sue radici gli destinavano.

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