La spiritualità è un concetto ampio che lascia spazio a molte prospettive. In generale, include un senso di connessione a qualcosa di più grande di noi stessi e implica una ricerca di significato nella vita. In quanto tale è un’esperienza umana universale, qualcosa che ci tocca tutti. Le persone possono descrivere un’esperienza spirituale come un’esperienza sacra o trascendente, oppure semplicemente come un profondo senso di vitalità e di interconnessione.
Alcuni potrebbero dire che la loro vita spirituale è strettamente connessa alla loro Chiesa. Altri possono trovare conforto pregando o in una relazione personale con Dio o con un potere superiore. Altri ancora cercano un significato attraverso le loro connessioni con la natura o con l’arte. Altri ancora cercando di dare un senso o uno scopo alla propria vita.
La definizione personale di spiritualità può cambiare nel corso della vita, essa dipende dalle esperienze che viviamo e dalle relazioni con persone che in qualche modo ci influenzano.
La spiritualità è un concetto più ampio rispetto ad una credenza in qualcosa, al di là della cosa stessa. La spiritualità offre una visione del mondo che suggerisce che c’è di più nella vita oltre a ciò che le persone sperimentano a livello sensoriale e fisico. C’è qualcosa di più grande che collega tutti gli esseri tra loro e all’Universo stesso. Presuppone inoltre l’esistenza di una vita dopo la morte, e si sforza di rispondere a domande sul significato della vita, su come le persone sono collegate tra loro, su verità sull’universo e su altri misteri dell’esistenza umana.
In termini semplici, la spiritualità è una visione del mondo, uno stile di vita basato sulla convinzione che nella vita ci sia di più di ciò che conosciamo; più di una semplice visione meccanica, di esistenza, senza uno scopo preciso.
La spiritualità spesso implica guardare oltre la superficie delle cose, e fidarsi del processo di come si svolge la nostra vita. Oltre alla materia tangibile esistono dei livelli più alti di esistenza. Parliamo di spiritualità appunto, dal quale la materia trae vita. Molti credono solo a ciò che vedono. Ma non possiamo non considerare la Spiritualità. Non possiamo far finta che non esista. La Spiritualità stessa considera il Tutto, perciò il Tutto è Spiritualità. Nella Spiritualità nulla manca. Possiamo così affermare che la Spiritualità è assenza di mancanza. Nella Spiritualità tutto ciò che esiste c’è, è in coscienza anche se non è manifesto. Perciò se io non aderisco alla coscienza posso affermare che: “c’è anche se non vedo, ma non ne sono consapevole”. Ma quando io aderisco alla coscienza, divento consapevole: “so che esiste, anche se non vedo”. Ma coscienza e consapevolezza sono due cose ben diverse tra loro. E solo quando sono consapevole e in coscienza che tutto si manifesta. Allora non ho più bisogno di vedere per credere.
Quando si parla di Spiritualità si parla di energie, di ciò che non è visibile all’occhio umano, che non può essere misurato, che non può essere dimostrato. Quando si parla di Scienza si parla di tutto ciò che può essere visto, misurato e dimostrato. Ma Scienza e Spiritualità anche se diversi sono complementari.
La scienza si interessa solo di ciò che può essere misurato: ciò che è misurabile è importante; ciò che non lo è, per la scienza non esiste, non è importante. Nella spiritualità, invece, sono importanti entrambi gli aspetti: ciò che può essere misurato e ciò che non può esserlo. Non puoi misurare quanta compassione provi per qualcuno o quanto amore. Quindi ci sono cose importanti che non possono essere misurate.
“La scienza senza spiritualità è priva di una bussola morale, di valori.
Sa come fare le cose ma non perché farle.
Si preoccupa della metodologia ma non del significato. E così fa cose pericolose.
Le armi nucleari, le sementi OGM, la tecnologia in generale, sono frutto della scienza.
Così come la scienza può diventare pericolosa senza la saggezza dello spirito, allo stesso modo, senza scienza la spiritualità può diventare fondamentalismo, generare religioni dogmatiche e intolleranti, fino alla guerra. Così, la spiritualità ha bisogno del pensiero razionale per trascendere la conflittualità, e la scienza ha bisogno della spiritualità per acquistare senso e scopo, per rispondere al perché fare una certa cosa. Quindi scienza e spiritualità hanno bisogno l’una dell’altra.
Il mondo ha due aspetti: uno visibile, l’altro invisibile.
L’aspetto visibile è la materia, gli oggetti; quello invisibile è lo spirito.
Lo spirito si manifesta attraverso le relazioni; la materia come oggetti separati, individuali.
Così noi siamo qui come corpo ma ciò che fluisce tra gli esseri umani è il nostro spirito.
Lo spirito è il movimento, la dinamica; è tutto ciò che non è statico.
Tra di noi c’è qualcosa che sta accadendo: puoi chiamarlo amore, amicizia, compassione;
puoi chiamarlo come vuoi ma siamo in un qualche tipo di relazione.
Ecco quindi cosa è la spiritualità: la relazione tra le cose.”
-Satish Kumar-
La Pace è la nostra vera natura. Non abbiamo bisogno di cercarla chissà dove. Essa è dentro di noi. In ciascuno di noi. Una realtà interiore che è sempre disponibile. L’errore che facciamo è che continuiamo a cercarla all’esterno di noi, attraverso la conquista di beni materiali, di ricchezze, nell’accumulo di oggetti, e nelle cose superficiali, illudendoci che quando li avremo fatti nostri tutto andrà bene e vivremo felici e contenti. Facendo questo ci allontaniamo da ciò che è veramente importante per noi. L’infelicità, infatti, nasce dall’allontanamento dalla nostra vera natura.
Ciò che occorre è consapevolezza. La consapevolezza dà forma e significato alla coscienza. Perciò, senza consapevolezza non potremmo accedere alla coscienza. Parlo di Coscienza Universale, di coscienza collettiva, di tutto ciò che è lì per noi e non ce ne rendiamo conto. È come essere ciechi. Non c’è differenza tra un cieco che non vede e una persona che può vedere ma è focalizzata su altro. La Coscienza gravita su noi e l’Universo agisce senza che ce ne rendiamo conto. Se non sei consapevole non sfrutti le enormi opportunità presenti nella Coscienza. Molti di noi credono di essere fatti in un determinato modo. Qualcun altro potrebbe avere un’altra visione di te. Una terza persona addirittura un’altra. Perfino un gruppo intero di persone potrebbe avere opinioni differenti e contrastanti, di te. Ma allora tu chi sei? Sei quello che credi di essere? La risposta è sì e no. Tu sei sia quello, sia quello che credono di te gli altri. La tua opinione non sarebbe sufficiente per comprendere. Per comprendere cosa? Per comprendere chi? Per comprendere, punto. Ecco perché devi considerare la Coscienza. Essa si avvale della Memoria genealogica per generare comportamenti, per acquisire talenti, per dare risposte a ciò che accade, per risolvere ciò che è rimasto incompiuto dai nostri genitori. Per aiutarti a risolvere i tuoi conflitti.
Noi siamo la soluzione ai nostri genitori e i nostri figli sono la nostra soluzione. Dando ai nostri figli il peso di risolvere i nostri problemi, li facciamo lavorare sui conflitti per trovare la soluzione.
“Un essere umano diviene tanto più calmo quanto più vede sé stesso come un essere che si è evoluto attraverso i suoi pensieri, perché tale conoscenza comporta la comprensione che le sue condizioni esteriori sono il risultato dei suoi pensieri. Mentre sviluppa una retta comprensione, e vede sempre più chiaramente agire la legge di causa – effetto nelle interne relazioni tra le cose, egli cessa di agitarsi, infuriarsi, preoccuparsi e affliggersi, e rimane in equilibrio, risoluto, sereno. Un essere umano tranquillo, avendo imparato come governare sé stesso, sa come adattarsi agli altri; ed essi, a loro volta, riveriscono la sua forza spirituale, e sentono che possono imparare e fidarsi di lui. Più tranquillo un essere umano diventa, più grande è il suo successo, la sua influenza, il suo potere di fare del bene. Anche un semplice commerciante scoprirà che la sua prosperità negli affari aumenta sviluppando un più grande autocontrollo ed equanimità, perché la gente preferirà sempre trattare con chi ha un comportamento fortemente equilibrato.”
-James Allen-
Il conflitto genera in noi dei talenti che ci permettono di evolvere.
Etimologicamente il termine coscienza deriva dal latino consciens, participio presente di conscíre ovvero essere consapevole. Genericamente invece viene adoperato per indicare la consapevolezza che ciascuno ha su ciò che sta avvenendo in un determinato spazio/tempo, di quella conoscenza interiore in riferimento a ciò che è bene o male, e del giudizio che ha dei suoi sentimenti e delle sue azioni, in relazione ai princìpi dettati dalla propria morale.
In psicologia la coscienza è una qualità della mente che assieme ad altre qualità permette all’individuo di processare, interagire e relazionarsi con l’ambiente circostante. La consapevolezza degli eventi mentali non è di facile definizione. La coscienza può liberare o tenere prigioniero l’individuo; essa controlla i suoi pensieri e i suoi comportamenti in relazione con l’ambiente.
In ambito filosofico e scientifico ancora non si è arrivati a dare una definizione, un possibile significato condiviso del termine coscienza. Per il momento è parere comune pensare e dire che la coscienza non può definirsi ma solo descriversi.
“Non sono né i miei pensieri, né le mie emozioni, né le mie percezioni sensoriali, né le mie esperienze.
Io non sono il contenuto della mia vita. Sono lo spazio nel quale tutto si produce.
Sono la coscienza. Sono il presente. Sono.”
-Eckhart Tolle-
Tratto dal libro Trattato Pratico di Numerologia Esoterica
Acquista qui il libro Trattato Pratico di Numerologia Esoterica