Il potere del simbolo
Ci sentiamo spesso affascinati dai simboli, ci rapisce il loro fascino misterioso, ma cosa veramente sappiamo su questi segni? Vediamo la loro espressione grafica, ma non sempre capiamo esattamente che cosa siano.
I più informati sanno qual è uno dei messaggi nascosti dentro ad un simbolo, ma non sanno perché c’è stata quell’unione, tra simbolo e messaggio, e soprattutto non conoscono tutti i messaggi in esso raccolti.
Possiamo insomma dire che vengono usati moltissimi simboli nella nostra quotidianità, ma senza saperne nulla. Li utilizziamo fidandoci di quello che pensiamo significhino, ma non approfondiamo mai le conoscenze in merito.
Nelle tradizioni esoteriche il simbolo è il vero re, e chi si avvicina a queste tematiche dovrebbe in qualche modo approfondire costantemente tutti i simboli che si trova davanti. In essi sono sempre racchiuse antiche conoscenze che devono essere svelate.
Che cosa sono i simboli?
I simboli possono essere visti come dei mezzi di trasporto, che hanno un compito straordinario: essi infatti non devono trasportare una merce, in questo caso un messaggio, da un luogo ad un altro, ma devono far viaggiare una conoscenza attraverso i millenni.
Esistono dei concetti universali e immortali che vengono definiti archetipi, pezzi di verità assoluta che non arrivano dalla notte dei tempi, dai giorni in cui l’uomo era più vicino alla Verità e non aveva ancora dimenticato la vicinanza con Dio.
Gli archetipi hanno bisogno di essere trasportati nei millenni e di riuscire ad arrivare sani e salvi nelle mani di chi sta cercando la Verità. Per fare questo hanno bisogno di una struttura, il simbolo appunto.
Ogni simbolo è dunque ricco di significati, accoglie in sé segreti e concetti non esprimibili in parole, non razionalizzabili, che spesso si possono soltanto intuire per un attimo, ma mai circoscrivere.
Questi “messaggi criptati” hanno attraversato i secoli, sono stati assorbiti e dimenticati da molte culture, hanno girato tutto il mondo più volte, sembravano smarriti e si sono ritrovati… hanno vissuto avventure meravigliose e terribili. Fino a giungere a noi.
Cosa contiene un simbolo?
Quello che vediamo del simbolo è soltanto una rappresentazione, ma gli iniziati delle tradizioni esoteriche sanno benissimo che attraverso questi segni è possibile rigenerare un archetipo.
Infatti i simboli sono per antonomasia delle sintesi: essi, per viaggiare meglio nel tempo, sono una versione estremamente asciutta dell’archetipo che una volta raggiunta la sua destinazione deve essere rigenerato.
Tutti quelli che non hanno una conoscenza esoterica approfondita vedranno soltanto un segno, ma gli iniziati potranno decodificare il messaggio e accedere direttamente all’archetipo.
L’idea geniale alla base del simbolo è che esso viaggia comunque nel tempo, con il suo messaggio ben conservato all’interno: generazione dopo generazione il simbolo continuerà a viaggiare sia che chi lo passa al successore conosca il contenuto oppure no.
È come uno scrigno che viene affidato da una generazione all’altra: ci saranno alcuni maestri che affideranno il simbolo ai discepoli spiegando loro per filo e per segno l’archetipo in esso contenuto, ma ci saranno anche persone che nulla sanno del contenuto del simbolo che lo tramandano comunque ai loro figli e contemporanei.
Questa è la differenza tra i due sistemi di viaggio nel tempo da parte dei simboli, per tradizione o per iniziazione.
Il viaggio per tradizione è il semplice tramandarsi del simbolo, non conoscendone il contenuto, ma sapendo che è importante.
Quando viaggia invece per iniziazione viene tramandato il simbolo, lo scrigno, con anche la consapevolezza del suo messaggio, il tesoro al suo interno.
I simboli e i Tarocchi
I Tarocchi come noto sono essi stessi un linguaggio simbolico estremamente complesso ed affascinante, ma non molti sanno che ogni carta del Mazzo è connessa a dei simboli ben precisi, molto conosciuti graficamente.
Questi simboli accolgono in sé alcuni significati che in qualche modo potenziano e ampliano il significato stesso della carta dei Tarocchi. Vediamo qui di seguito uno per uno tutti gli Arcani e il loro contenuto simbolico.
IL SIMBOLO DEL 22: L’ENSŌ E L’OUROBOROS
L’Ensō è un simbolo sacro nella scuola Zen del buddismo ed è uno dei più comuni nella calligrafia giapponese, anche se è un simbolo e non un carattere. Lo chiamano il Cerchio dell’Illuminazione, il Cerchio Infinito, persino il Simbolo Perduto del Reiki. Troviamo qualcosa sul suo significato già nel sesto secolo, in un testo chiamato Shinjinmei. Si riferisce alla via dello Zen come un “cerchio di vasto spazio, senza nulla e che non tiene nulla in eccesso”.
A prima vista l’antico simbolo dell’Ensō sembra essere nient’altro che un cerchio, ma il suo simbolismo si riferisce all’inizio e alla fine di tutte le cose, il cerchio della vita e la connessione dell’esistenza. Può simboleggiare vuoto o pienezza, presenza o assenza. Tutte le cose potrebbero essere contenute all’interno o, al contrario, escluse dai suoi confini.
Può simboleggiare l’infinito, il “nulla”, il perfetto stato meditativo e il Satori o illuminazione. Può anche simboleggiare la luna, che è essa stessa un simbolo di illuminazione, come nel detto Zen: “Non confondere il dito che punta la luna per la luna stessa”. In altre parole, non confondere dottrine, insegnamenti o spiegazioni che hanno lo scopo di guidarci verso l’illuminazione, per l’illuminazione stessa.
Ensō simboleggia molte altre cose, tra cui: forza, eleganza, l’universo, la determinazione, lo stato d’animo dell’artista al momento della creazione, l’accettazione dell’imperfezione come perfetta. Rappresenta anche l’unità della vita e tutte le cose in essa contenute, lo spirito di cooperazione armoniosa, lo sviluppo personale e la raffinatezza del carattere, il visibile e l’invisibile, la pienezza assoluta nel vuoto, la semplicità, la completezza, l’infinità, la perfetta armonia, il cerchio dell’infinito e la natura ciclica dell’esistenza.
L’Ensō è una manifestazione del momento, un’espressione di illuminazione assoluta, una manifestazione visiva del Sutra del Cuore, una rappresentazione del nostro vero e più intimo sé. L’Ensō è un simbolo universale di integrità e completamento: “La forma è vuota e il vuoto è forma.” Quando si guarda l’Ensō si può vedere che quella forma e il vuoto sono interdipendenti e, di fatto, si definiscono a vicenda. Con così tante definizioni disponibili, ognuno di noi ha veramente la responsabilità di selezionare o creare la propria definizione di Ensō.
L’Ouroboros, o Uroboros, è un antico simbolo raffigurante un serpente o drago che si mangia la coda. È spesso interpretato come un simbolo di eterno rinnovamento ciclico o il ciclo infinito di vita, morte e rinascita; rappresenta il concetto di eternità e ritorno infinito, creazione e rinnovamento.
IL SIMBOLO DELL’1: L’INFINITO
La parola infinito deriva dalla parola latina infinitas, che si traduce in illimitato e infinito. Il simbolo non ha né inizio né fine, rappresenta sia la vita che la morte, il ciclo continuo nel tempo. Nei paesi asiatici come Cina, India e Tibet, il simbolo dell’infinito ha sempre rappresentato l’unione eterna di maschio e femmina, luce e oscurità, vita e morte, Ying e Yang. Nell’antico Egitto, questo simbolo veniva rappresentato come un serpente arrotolato che si morde la coda, creando la forma del numero 8. La credenza che troviamo dietro il simbolo del serpente che mangia sé stesso, è che per sopravvivere si debba fare qualcosa di doloroso a sé stessi, “la morte viene dai vivi” era ciò che si intendeva esprimere con il simbolo dell’infinito.
John Wallis introdusse il simbolo dell’infinito in matematica nel XVII secolo, come per rappresentare un ciclo infinito. La forma, simile a un 8 rovesciato, è talvolta raffigurata come l’Ouroboros, un simbolo dell’infinito della vita.
Il simbolo dell’infinito, noto anche come Lemniscate, rappresenta lo sviluppo e l’equilibrio eterni. In un mondo pieno di distrazioni e complicazioni, il simbolo dell’infinito rappresenta un senso di semplicità ed equilibrio. Molte persone riconoscono questo simbolo, ma pochissime sono consapevoli del suo potere.
Con l’infinito ci viene ricordato che non ci sono limiti. Ci sono infinite possibilità, ma non ci sono limiti a ciò che facciamo o a chi vogliamo essere.
IL SIMBOLO DEL 2: L’ALBERO DELLA CONOSCENZA, O ALBERO DELLA VITA
Rappresenta l’albero biblico nel Giardino dell’Eden il cui frutto proibito fu assaggiato da Adamo ed Eva.
[Genesi 2:15-17: Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: “Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”.]
La conoscenza è tutto ciò che gli esseri umani possono acquisire da soli come risultato del Neshama (la mente umana) e del Ruach (il potere mentale), che Dio aveva soffiato nel primo essere umano. Questa capacità di scoprire, ottenere e accumulare conoscenza è data solo agli umani come risultato della loro singolarità. L’umanità è stata in grado di ottenere volumi di conoscenza enciclopedica sull’essere umano e sull’ambiente in cui vive.
Quando usiamo il termine conoscenza si tende a pensare alla conoscenza fisica relativa agli atomi, al mare, alle automobili, ai fiori; ma la conoscenza più importante è quella relativa al funzionamento delle persone, come esseri umani nel loro complesso meccanismo di funzionamento, nella sessualità, nell’educazione dei figli, nella vita e nella morte. Ci sono attitudini fisiche e mentali degli esseri umani che corrispondono a discipline mediche e psicologiche, alla salute fisica e mentale, alla spiritualità, tutte riguardanti il corpo e la mente. In altre parole, la conoscenza comprende tutte le materie, campi e rami, che l’osservazione e l’esperienza, la scienza , la filosofia e la religione hanno studiato, sondato ed esaminato, con una ricerca continua, senza approdare in nessun punto.
IL SIMBOLO DEL 3: LA DEA MADRE (O GRANDE MADRE)
La dea Madre o Grande Madre, è una delle figure femminili archetipiche più conosciute. In molte culture la Grande Madre è una divinità che rappresenta la personificazione della natura, maternità, fertilità, creazione, distruzione, o incarna la generosità della Terra.
Quando sono equiparate alla Terra o al mondo naturale, queste dee vengono talvolta chiamate Madre Terra. In alcune tradizioni o in movimenti religiosi, la Madre Celeste (indicata anche come Madre del Cielo) è la moglie o la controparte femminile del Padre del cielo o Dio.
A seconda della cultura assume nomi differenti, tra i quali: Ishtar, Astarthe, Afrodite, Venere, che sono legate alla sessualità; Ecate legata alla fertilità; Artemide e Diana legate alla caccia, ed infine molte di esse sono associate alla prosperità dei campi ed ai cicli delle stagioni, come Demetra, Cerere, Persefone, Proserpina.Secondo Jung l’archetipo della Grande Madre è:
“La magica autorità del femminile, la saggezza e l’elevatezza spirituale che trascende i limiti dell’intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l’istinto o l’impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l’abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l’ineluttabile”.
IL SIMBOLO DEL 4: IL QUADRATO
Il quadrato è per eccellenza simbolo di stabilità, solidità, sicurezza. La stabilità è un elemento essenziale della vita. Con il termine stabilità intendiamo non solo ciò che è materiale ma anche ciò che è psicologico e spirituale. Il numero 4 simboleggia, oltre a ciò che abbiamo già accennato nel numero, anche alle quattro fasi della creazione (nascita, vita, morte e rinascita).
Questa sua particolarità lo collega al primo chakra, ovvero, la radice. Il quadrato, quindi, rappresenta il legame che ognuno di noi ha con la Terra.
D’altro canto il quadrato è in contrapposizione con il cerchio, figura dinamica per eccellenza. La stabilità, vista in contrapposizione al dinamismo, può essere interpretata come un qualcosa di negativo, di stagnante, fermo ed irremovibile. La sua coerenza potrebbe perdere così di potere, mostrandosi non più come un qualcosa di positivo bensì come limiti che l’uomo si impone.
Il quadrato rappresenta anche il recinto sacro basato sull’unione dei quattro punti cardinali. Molti templi religiosi, di tutte le epoche, sono stati costruiti sulla base di fondamenta quadrate.
Il quadrato, inoltre, rappresenta anche la giustizia. I pitagorici scelsero questa particolare figura per rappresentare la legge sia come normativa interiore che come codice esteriore. Questo significato, com’è immaginabile, trae la sua origine dalla perfetta forma del quadrato, composta da quattro lati perfettamente uguali.
Il simbolo del quadrato è presente in tutto il mondo ed in quasi tutte le religioni. Per i cristiani rappresenta la perfezione divina; nel mondo occidentale può rappresentare anche il pensiero razionale, la logica, il successo e il mondo fisico (questo perché le quattro linee rette simboleggiano il senso concreto ed il realismo). Per l’oriente, invece, esso è simbolo della natura femminile, cioè lo Yin. Sempre in oriente, inoltre, il quadrato è collegato allo spirito e alla sua incarnazione. Ma ancora, presso i buddisti tibetani questa figura geometrica è spesso rappresentata nei mandala e raffigura lo spazio sacro in cui dimorano le divinità.
IL SIMBOLO DEL 5: IL SACRO CUORE
Il Sacro Cuore rappresenta l’amore divino incondizionato, la compassione e la sofferenza che il cuore di Cristo sopportò per redimere l’umanità. È anche un simbolo per auspicare una buona sorte e la protezione divina.
La figura del Sacro Cuore fu rivelata in visione a una suora francese di nome Mary Marguerite Alacocque nel diciassettesimo secolo.
Lei stessa descriveva così la sua visione: “Il Sacro Cuore apparve su un trono di fiamme, più splendente del sole e trasparente come cristallo, contornato da una corona di spine a rappresentare i danni causati dai nostri peccati. E aveva sopra una croce, perché da quando fu formato, era già pieno di amarezza…”. In seguito, quella sarà l’immagine rappresentata del Sacro Cuore.
Si narra che durante la peste del ’700, il vescovo di Marsiglia consacrò la sua diocesi al Sacro Cuore per scongiurare la piaga che stava decimando la popolazione della città. Incredibilmente, l’area circostante rimase immune alla malattia e il Sacro Cuore guadagnò un’enorme popolarità come simbolo di buona fortuna e protezione divina. Dal 1920, a Marsiglia, sorge la Basilica del Sacro Cuore.
IL SIMBOLO DEL 6: IL CUORE
Il cuore è spesso usato per simboleggiare la sostanza morale, emotiva, spirituale e persino intellettuale di una persona. È il simbolo che per eccellenza rappresenta l’amore. Ad esso gli si attribuiscono due aspetti, uno fisico e uno spirituale. Il cuore rappresenta la saggezza centrale del sentimento in contrapposizione alla saggezza della testa.
È compassione e comprensione, generatore di vita e di amore. Spesso conosciuto come la sede delle emozioni, il cuore è sinonimo di affetto.
In Egitto, rappresentava l’essenza della vita, poiché i mummificati avevano il loro cuore preservato, prima parte dell’uomo a vivere, ultima a morire. I cuori portano anche i sensi dell’intelletto e della comprensione, così come le connotazioni dell’anima, insieme alla volontà e al coraggio. È il punto centrale (assieme al cervello e agli organi sessuali) del complesso e allo stesso tempo meraviglioso, sistema dell’essere umano.
IL SIMBOLO DEL 7: IL DRAGO
Tra le guide degli spiriti animali, il drago è probabilmente il più antico e imponente. In estremo oriente, il simbolismo e il significato del Drago riguarda l’autorità. Nell’arte del Feng Shui, il Drago rappresenta la fortuna, l’autorità, la crescita e lo sviluppo.
In Europa, il Drago simboleggia la capacità di superare le circostanze e vedere le cose chiaramente.
Nella simbologia e tra i significati del Drago troviamo anche le forze naturali primordiali su tutti i piani dell’esistenza, la longevità e la più antica delle magie, alcune delle quali sono andate perdute nel tempo. Le infinite battaglie tra cavalieri e draghi riflettono la lotta interiore del genere umano per venire a patti con la natura spirituale o eterea.
Altri simboli associati ai draghi sono: la saggezza, la longevità, la sessualità, la fertilità e la procreazione e generazione. Sono visti come esseri mitici dotati di poteri magici.
IL SIMBOLO DELL’8: CERVELLO E CUORE
La dualità mente/cuore esiste fin dalla notte dei tempi. Si è sempre pensato in termini di separazione tra la Mente ed il Cuore, forse perché collocati in ambiti diversi del corpo. Il significato di questo dualismo è molto profondo: sono due forze opposte ma complementari, un po’ come Yin e Yang, nero e bianco, notte e giorno, staticità e movimento.
È come se ci fosse una contrapposizione mente/cuore, la mente contro il cuore, ragione contro sentimento. Questo scontro ha messo sempre in disaccordo le persone. A volte subordiniamo l’amore per la ragione. Non sempre è giusto seguire la ragione. C’è un detto che dice “la mente, mente!”. Questo perché la mente è strutturata in modo tale da aiutarci laddove c’è bisogno di aiuto, perché è razionale, matematica, analitica. Ma a volte inganna, perché non ha la capacità di leggere i sentimenti, non li comprende, perché non c’è niente di logico e matematico nel sentimento. Il vero potere nell’essere umano è quello di far cooperare la mente e il cuore, di raggiungere il giusto equilibrio tra razionalità e emozione.
A volte viviamo dei veri squilibri mettendo troppo cuore e poco cervello nelle cose. Oppure, al contrario, diventiamo troppo freddi e razionali. Viviamo l’eterna lotta tra mente e cuore, Ragione e Sentimento. La sensibilità, nell’immaginario comune, è qualcosa che si attribuisce alle donne, agli artisti, alle persone deboli; mentre la razionalità è per gli uomini, per chi ha successo ed è considerato forte. Spesso sentiamo dire “ragiona col cervello invece che con il cuore!” Non possiamo dire che sia giusto o sbagliato. Dipende dalla situazione. Ciò che importa è essere consapevoli che abbiamo due organi che funzionano in maniera completamente differente e che il vero potere sta nel giusto equilibrio mente/cuore.
LA IL SIMBOLO DEL 9: IL GUFO
I gufi rappresentano saggezza, conoscenza, cambiamento, trasformazione, sviluppo intuitivo e fiducia nel mistero. Sono legati al simbolismo spirituale della “morte” che porta a nuovi inizi con una comprensione più elevata e una prospettiva evoluta. Il gufo in alcune tradizioni porta fortuna mentre in altre viene considerato l’uccello del malaugurio.
Ancora oggi si usa l’espressione “gufare” come espressione per portare sfortuna, o remare contro. In realtà questo animale è un vero e proprio portafortuna, simbolo della saggezza e della spiritualità.
Nelle tradizioni indiane americane, il gufo è chiamato l’aquila notturna. Il simbolo del gufo è legato alla notte e alla luna, mentre l’aquila è collegata al giorno e al sole.
Nella mitologia greca, la dea Atena, dea della saggezza e della guerra, era rappresentata come un gufo. Si dice che i Romani credessero che qualcuno avrebbe rivelato tutti i loro segreti durante il sonno, se una piuma di gufo fosse stata messa vicino al loro cuscino.
L’energia del gufo, del suo potere animale, ti porterà concentrazione, quiete e pazienza, qualcosa di cui hai bisogno per comprendere, prendere decisioni, fare le giuste scelte.
Lui ci aiuta a confrontarci e ad essere onesti con noi stessi quando arriva il momento di dire la verità.
È l’emblema di una profonda connessione con la saggezza e la conoscenza intuitiva.
I gufi sono creature maestose. Ci guardano in silenzio da lontano con i loro occhi onniscienti e ci spingono nella giusta direzione con i loro segni e simboli. Ci danno le risposte che stiamo cercando disperatamente, tutto ciò che dobbiamo fare è essere consapevoli e ascoltare attentamente.
I significati simbolici per il gufo sono:
– Intuizione, capacità di vedere ciò che gli altri non vedono. Lui vede nell’oscurità.
– Ha la capacità di vedere oltre l’inganno e le maschere, aiuta a vedere cosa viene tenuto nascosto.
– La saggezza.
– La sua presenza annuncia il cambiamento.
– È l’annunciatore della morte, simbolo come transizione di vita, è il cambiamento.
– Aiuta a vedere il vero significato delle cose o lo stato d’animo di qualcuno.
– È una guida spirituale, ti guida a vedere oltre il velo dell’inganno e dell’illusione.
IL SIMBOLO DEL 10: LA SPIRALE
La Spirale è una delle forme geometriche più antiche. È molto presente in natura: appare su lumache, conchiglie e si verifica in fenomeni come mulinelli, uragani, tornado e galassie rotanti. La spirale è diventata un potente simbolo per la creazione e la crescita, viene utilizzato da molte culture antiche e tradizioni religiose, rappresenta il percorso che porta l’anima ad evolversi e ad arrivare alla conoscenza dell’assoluto: il sentiero dell’illuminazione.
La Spirale è un simbolo sacro che rappresenta il viaggio e il cambiamento della vita mentre si svolge; prendendo un passaggio simile a un labirinto che porta alla Sorgente.
Il simbolo a spirale può rappresentare la coscienza della natura a partire dal suo centro che si espande verso l’esterno.
È anche un simbolo “femminile”, che si lega alla forza generativa dell’universo e al mistero della nascita.
Gli anelli concentrici che si espandono da un punto centrale verso l’esterno, sono anche un simbolo di crescita, rinascita e rappresentano metaforicamente il legame tra l’umano e il divino.
Concentrarsi sull’osservazione di una spirale porta la mente a esplorare sé stessa, a rivolgersi al proprio sé interiore e allo stesso tempo a immaginare la vastità della creazione: una spirale si espande e dirige il pensiero verso l’infinitamente grande e infinitamente piccolo.
Secondo Carl Jung, la spirale è un simbolo archetipico che rappresenta la forza cosmica.
IL SIMBOLO DELL’11: IL LEONE
Il leone è un simbolo molto conosciuto e utilizzato da molte civiltà. La sua immagine trasmette maestà, forza, coraggio, giustizia e potenza. Comunemente indicato come “il re degli animali”, è un simbolo di autorità, di potere e comando. Il leone presiede sia il mondo della notte che quello del giorno. A primo impatto fa pensare alla forza ma non è solo forza. Il suo fare ci porta anche messaggi di prudenza e lealtà. È come se comunicasse di non esagerare in certi ambiti della nostra vita. Di mantenere una mente equilibrata e un generale equilibrio in tutti i nostri comportamenti. Oltre a un simbolo di forza, altri attributi simbolici del leone sono: coraggio, energia, dignità, autorità, dominio, giustizia, saggezza, ferocia. In Egitto, il leone rappresentava il feroce calore del sole ed era visto nelle sembianze di Sekhmet, la dea egizia conosciuta come occhio di Horus o occhio di Ra. È il potere che protegge i buoni e annienta i malvagi. Nell’antica Grecia, i leoni venivano identificati con Dioniso, Febo, Cibele e Artemide perché il mito indica che i leoni disegnavano i carri per questi dei e dee. Qui, il significato simbolico dei leoni ruotava attorno alle protezioni ed erano visti come guardiani dei morti, nonché guardiani di palazzi, porte, santuari e troni. Erano anche gli ultimi protettori del focolare e della casa. Nell’induismo, il leone è un avatar (incarnazione o personificazione) di Vishnu. Nel buddismo, il Buddha siede sul leone come un trono di coerenza, forza e saggezza. In alchimia, il significato simbolico dei leoni è associato agli attributi altamente idealistici e apprezzati dell’oro. Il significato simbolico dei leoni in Inghilterra è mostrato nell’arte araldica dove è un emblema comune dei sovrani inglesi.
Come simbolo zodiacale, quelli con il segno del Leone probabilmente possiedono alcuni tratti della personalità del leone, come l’intuizione, la fiducia in sé stessi, la fierezza, il controllo del territorio, passione, lealtà, generosità.
IL SIMBOLO DEL 12: “A” CERCHIATA
Il simbolo composto dalla lettera maiuscola A circondata da un cerchio è universalmente riconosciuto come simbolo dell’anarchismo. La “A” sta per l’anarchia e il cerchio è il simbolo di ordine. La A ha anche il significato di anticonformismo. Nel 12 sta a significare il non volersi piegare alla dittatura, alle convenzioni, alla moda, alle regole imposte dalla società.
È una sorta di ribellione quella del 12, ma non verso il governo, ma verso la società in genere, governo compreso. Gli anarchici sono dediti al ristabilimento della libertà per tutti ma per il 12, l’importanza delle cose non può essere influenzata dalle restrizioni esterne. Il cerchio è quindi, in una certa misura, uno scudo contro la società ignorante, automa e vuota.
I 12 sono per l’abolizione di ogni regola, gerarchia e oppressione, indipendentemente da qualsiasi forza politica, razza o credo. La A è anche l’iniziale di Autonomo, sinonimo di libero, indipendente, autosufficiente. Il 12 non fa prigionieri, perché sa che sarebbe anch’esso prigioniero dei prigionieri.
IL SIMBOLO DEL 13: ANKH
Il simbolo Ankh, a volte indicato come la chiave della vita o la chiave del Nilo, è rappresentativo della vita eterna, nell’antico Egitto. Spesso mostrato nelle mani di importanti figure egiziane, come faraoni e re, per preservarne l’immortalità.
Questa croce veniva posta anche sulle labbra dei re morti, tenendo presente che secondo la mentalità dell’antico Egitto, la morte non significava la fine, ma era semplicemente un passaggio all’aldilà, alla vita eterna.
Il simbolo dell’Ankh è stato anche interpretato come un simbolo di equilibrio tra forze opposte, fra il bene e il male, tra mascolinità e femminilità. Può rappresentare anche gioia e energia.
Alcuni lo collegano all’unione sessuale e quindi alla fertilità e alla vita. Questo ci permette di comprendere questo simbolo non solo come simbolo della vita presente ma anche come simbolo della vita futura e dell’immortalità.
Ankh è formato, partendo dall’alto, da un cerchio, simbolo di ciò che non ha né inizio né fine e che rappresenta il mondo celeste, lo spirito di Ra: il Dio Sole per gli antichi egizi. Questo cerchio funge anche da maniglia della chiave portata dagli dei. Si appoggia sulla terra, come il sole all’orizzonte quando tramonta o sorge.
Questa chiave apre le porte del mondo dei morti e penetra nel significato nascosto dell’eternità. Nelle cerimonie funebri, presa per la maniglia, è la chiave della porta della tomba, posta tra gli occhi è un obbligo di segretezza.
Può anche essere visto come un legame magico che riunisce tutte le cose nel suo centro e consente loro di rimanere unite. È quindi il cosiddetto Nodo di Iside o nodo della vita. Iside, come seconda persona della principale trinità egizia (formata da Osiride, Iside e Horus), è il mediatore divino, la dea dell’amore e della vita, che raccoglierà, come ci dice il mito, i pezzi sparsi del suo divino marito Osiride, simbolo del Mistero. Allo stesso modo, l’uomo accede alla conoscenza superiore sviluppando la sua volontà, nel tentativo di unirsi al suo essere interiore, il suo vero Essere, dove dimora la coscienza della propria immortalità.
All’interno della cultura egizia, il simbolo dell’Ankh era utilizzato anche in tutti i tipi di amuleti. Gli amuleti erano associati agli attributi del dio o della virtù che rappresentavano. In questo caso, l’amuleto Ankh era usato per rappresentare la vita. Gli egiziani li usavano nella loro vita quotidiana ma anche come offerta per i morti per accompagnarli nella vita dopo la morte.
IL SIMBOLO DEL 14: BASTONE DI ASCLEPIO
Il Bastone di Asclepio prende il nome dal dio greco Asclepio, una divinità associata alla guarigione e alle arti medicinali, riconosciuto a livello internazionale, rinomato per la sua insuperabile abilità medica e per i suoi poteri curativi.
Secondo i miti, ha acquisito le sue conoscenze mediche attraverso il sussurro di serpenti i quali hanno la capacità di cambiare periodicamente la pelle e di diventare più grandi, più sani e più lucenti di prima.
Le sue figlie sono Hygieia (dea della pulizia), Iaso (dea della guarigione dalla malattia), Aceso (dea del processo di guarigione), Aglea (la dea dello splendore e dell’ornamento) e Panacea (dea del rimedio universale).
Il Bastone di Asclepio è una rappresentazione adeguata all’arte della guarigione del medico, data la sua combinazione tra il bastone, che è simbolo di autorità, e il serpente che denota rinascita, fertilità, rivitalizzazione e ringiovanimento.
Inoltre, il veleno del serpente è risultato essere mortalmente velenoso e, allo stesso tempo, ha proprietà medicinali. Pertanto, il serpente è anche visto come un simbolo dalla duplice natura nel lavoro di un medico che è coinvolto nella malattia e nella salute, nella vita e nella morte.
Il simbolo è stato utilizzato nei templi di Asclepio, diventati famosi centri di guarigione nel mondo greco-romano. Successivamente è stato adottato dai medici di tutto il mondo.
Alcuni studiosi affermano che il Bastone di Asclepio rappresenta in realtà un verme parassita avvolto attorno a un bastone. Nei tempi antichi, le persone erano comunemente infettate da vermi parassiti come il verme di Guinea . I medici li trattavano perforando la pelle ed estraendo i vermi sottostanti avvolgendoli su un’asta o un bastoncino. Si ritiene che i medici abbiano pubblicizzato questo servizio apponendo il segno di un verme su un bastone.
Il simbolo del Bastone di Asclepio viene spesso confuso con il Caduceo, simbolo del commercio associato al dio greco Hermes, questo simbolo è rappresentato da due ali in alto e due serpenti avvolti attorno ad un bastone e simboleggia la diligenza e la prudenza, due caratteristiche necessarie nelle attività commerciali.
IL SIMBOLO DEL 15: PENTAGRAMMA/666
Chiamato anche Pentacolo, Stella del microcosmo, Stella di luce, stella dei Magi, Stella dell’iniziazione, è un segno benefico che raffigura il corpo umano a braccia e gambe aperte.
Il Pentagramma è anche conosciuto come Piede dei Druidi perché veniva utilizzato come protezione proprio contro i Druidi e le streghe.
Simbolo antichissimo e potente dai molteplici significati, presso gli antichi Egizi era l’immagine di Horus, figlio del Sole e di Iside. Incarnava la materia prima, il fuoco sacro, la sorgente inesauribile di vita e il germe universale di tutti gli esseri. Possiamo definire il pentagramma come “il simbolo” per eccellenza dell’uomo in quanto microcosmo. Per la magia tradizionale, il pentagramma è un accentratore di potenza, felicità e amore. Esso rende sicuri di sé e sospinge verso la meta migliore, modera e contiene gli istinti dell’uomo, amplificandone la genialità: è il simbolo di quell’energia capace di dominare le potenze demoniache e le attrazioni elementari.
Per Pitagora rappresentava il simbolo della salute. In esoterismo rappresenta una stella che possiede forze segrete che possono essere utilizzate per il raggiungimento dei propri obiettivi e per realizzare i desideri.
Il pentagramma è anche uno dei simboli principali dell’occultismo, del satanismo e della massoneria: è noto, infatti, che satanisti e streghe amino il pentagramma. Esso è sempre stato usato nella magia rituale ed è utilizzato anche nella divinazione, per l’evocazione degli spiriti maligni e per invocare l’aiuto demoniaco.
Il Dictionary of Mysticism definisce in questo modo il Pentacolo: “è considerato dagli occultisti il mezzo più potente per evocare gli spiriti. Quando la Stella ha la punta diretta verso l’alto, essa è considerata il segno del bene e uno strumento per evocare gli spiriti benevoli; quando la Stella ha la punta in giù e altre due in alto, è il simbolo del male, di Satana, ed è utilizzato per evocare le potenze malefiche”.
Nella moderna cultura popolare, 666 è il numero della Bestia (è attestato anche come 616 e in un codice compare come 665). È diventato uno dei simboli ampiamente riconosciuti per l’Anticristo o il Diavolo. Il numero 666 viene usato per invocare Satana. Riferimenti a questo numero si trovano sia tra i gruppi cristiani apocalittici che nelle sottoculture esplicitamente anticristiane.
IL SIMBOLO DEL 16: OCCHIO DELLA PROVVIDENZA O OCCHIO DI DIO
L’ Occhio della Provvidenza, conosciuto anche come Occhio di Dio, è un simbolo che raffigura un occhio, spesso racchiuso in un triangolo e circondato da raggi di luce, destinato a rappresentare la divina provvidenza, è stato utilizzato sin dai tempi antichi per indicare l’onniscienza e l’onnipresenza di Dio e del suo potere, rappresenta la vigilanza divina dell’Essere Supremo che si prende cura dell’intero universo.
Nel corso della storia, l’iconografia dell’occhio è stata utilizzata in diverse culture e religioni. La letteratura ebraica parla degli occhi vigili del Signore che guardano su tutta la creazione. Gli egiziani hanno l’occhio di Horus che simboleggia protezione, buona salute e potere reale. Nell’induismo ci sono riferimenti al “terzo occhio” del Signore Shiva e nel buddismo il Buddha è conosciuto come “Occhio del mondo”. Nel Cristianesimo, il triangolo che racchiude l’occhio è il simbolo della Santissima Trinità, mentre le nuvole di raggi di luce attorno ad esso rappresentano la divinità e l’illuminazione spirituale.
Anche il simbolo dell’Occhio di Dio ha una significativa connessione massonica. Apparve come parte dell’iconografia della Massoneria nel 1797. I Massoni vedono Dio come il Grande Architetto dell’Universo e il simbolo del suo occhio vigile serve a ricordare a tutti i Massoni che osserva sempre i loro pensieri e le loro azioni.
L’occhio disincarnato trasmette con forza il senso di un Grande Fratello autoritario e curioso. In combinazione con la piramide sottostante, un emblema che suggerisce un culto antico ed esoterico.
L’Occhio della Provvidenza è un parafulmine per i teorici della cospirazione perché è molto nascosto ma in bella vista: non solo appare su innumerevoli chiese ed edifici massonici in tutto il mondo, ma è anche presente sul retro della banconota da un dollaro americano e il Gran Sigillo degli Stati Uniti.
IL SIMBOLO DEL 17: IL CADUCEO
Il Caduceo è il bastone portato da Hermes nella mitologia greca. Lo stesso era portato da Iris la messaggera di Hera, e in genere, anche dagli araldi nel medioevo. È un bastone sormontato da ali simboleggianti il primato dell’intelligenza, che si pone al di sopra della materia per poterla dominare per mezzo dell’intelligenza, e da due serpenti, simbolo della polarità del bene e del male tenuta in equilibrio da Dio che ne controlla la forza. Nell’iconografia romana era spesso raffigurato mentre veniva portato nella mano sinistra di Mercurio, il messaggero degli dei, protettore di mercanti, pastori, giocatori d’azzardo, bugiardi e ladri, ma anche l’eloquenza, la negoziazione, l’alchimia e la saggezza. Come oggetto simbolico rappresenta Hermes, e per sua estensione a commerci, occupazioni o imprese associate a Dio.
In antichità il Caduceo ha fornito la base per il simbolo astrologico che rappresenta il pianeta Mercurio. Quindi, attraverso il suo uso in astrologia, alchimia e astronomia, è arrivato a denotare il pianeta e il metallo elementare con lo stesso nome.
Per estensione della sua associazione con Mercurio ed Hermes, il Caduceo è anche un simbolo riconosciuto nel commercio e nella negoziazione, due regni in cui lo scambio equilibrato e la reciprocità sono riconosciuti come ideali. Il Caduceo è anche usato come simbolo che rappresenta la stampa, sempre per estensione degli attributi di Mercurio (in questo caso associati alla scrittura e all’eloquenza).
Il Caduceo è spesso usato in modo errato come simbolo delle organizzazioni sanitarie e della pratica medica, ma questo non è corretto. Il simbolo corretto per la medicina è il Bastone di Asclepio, che ha un solo serpente e niente ali.
SIMBOLO DEL 18: FARFALLA CON IL PUNTO E VIRGOLA
Il Punto e virgola viene utilizzato come messaggio di affermazione e solidarietà contro la depressione, l’ansia, l’autolesionismo o pensieri suicidi. Rappresenta la speranza e l’amore verso coloro che stanno lottando; la forza di andare oltre e continuare a vivere.
Da un bruco in un bellissimo insetto alato; le farfalle rappresentano spesso la trasformazione. Creature volanti, simbolo di libertà. Nel Cristianesimo la farfalla rappresenta anche la risurrezione. Per il 18 questo simbolo è molto importante perché spesso cade in preda a stati depressivi, crisi che il 18 ha bisogno di vivere per poter rinascere in tutto il suo splendore.
IL SIMBOLO DEL 19: BOA ME NA ME MMOA WO
È un simbolo di cooperazione e interdipendenza che letteralmente significa “aiutami e lascia che ti aiuti” in dialetto Akan.
Gli Adinkra sono simboli visivi originariamente creati dall’Akan del Ghana e dal Gyaman della Costa d’Avorio nell’Africa occidentale, che rappresentano concetti o pensieri originali, proprio come il simbolo Yin e Yang nella cultura cinese che rappresentano due forze apparentemente opposte o contrarie che possono effettivamente essere complementari, interconnesse e interdipendenti.
Il simbolo “Boa Me Na Me Mmoa Wo” utilizza una combinazione geometrica di simmetria e asimmetria. Contiene due triangoli che si toccano con i loro “nasi”, uniti tra loro da due semicerchi. Un triangolo contiene un quadrato bianco con la coda che forma un cerchio, mentre l’altro triangolo contiene un cerchio bianco e la sua coda si allunga per formare un quadrato.
Questo trasmette il concetto di reciprocità sociale e uguaglianza, creando l’illusione che siamo uguali, in quanto diversi, e che tutti abbiamo bisogno di qualcosa dagli altri, allo stesso modo, loro hanno bisogno di qualcosa da noi. Il modo migliore per capire il simbolo “Boa Me Na Me Mmoa Wo” è pensare ad una relazione simbiotica in cui due gruppi, entità o individui, entrambi hanno bisogno di qualcosa che l’altra persona ha. Nessun bisogno è più grande dell’altro e nessun aiuto o supporto è più prezioso dell’altro. I loro bisogni si completano a vicenda, creando una relazione interdipendente che è reciprocamente vantaggiosa.
Il simbolo rappresenta la necessità di trasformare il mondo creando uno spazio che promuova la formazione di relazioni reciprocamente vantaggiose, interdipendenza e collaborazione per il bene superiore.
IL SIMBOLO DEL 20: IL TAO
Il simbolo del Tao rappresenta l’unità indifferenziata da cui nasce tutta l’esistenza. Le metà in bianco e nero all’interno del cerchio rappresentano lo Yin e Yang, le energie primordiali femminili e maschili la cui interazione dà vita al mondo manifesto: i Cinque Elementi e le Diecimila Cose.
Le curve e i cerchi del simbolo Yin-Yang implicano un movimento simile a un caleidoscopio. Questo movimento implicito rappresenta il modo in cui Yin e Yang si originano reciprocamente, sono interdipendenti e si trasformano continuamente, l’uno nell’altro. Uno non potrebbe esistere senza l’altro, poiché ciascuno contiene l’essenza dell’altro. La notte diventa giorno e il giorno diventa notte. La nascita diventa morte e la morte diventa nascita. Gli amici diventano nemici e i nemici diventano amici. Come insegna il taoismo, tale è la natura di ogni cosa nel mondo relativo.
Ecco un altro modo di vedere il simbolo Yin-Yang: le metà bianche e nere sono simili alle due facce di una moneta. Sono diversi e distinti, ma uno non potrebbe esistere senza l’altro. Il cerchio stesso, che contiene queste due metà, è come il metallo (argento, oro o rame) della moneta. Il metallo della moneta rappresenta il Tao, ciò che le due parti hanno in comune e che le rende “uguali”.
Quando lanciamo una moneta, otterremo sempre testa o croce, una risposta o l’altra. In termini di essenza della moneta (il metallo su cui sono impressi i simboli di testa e croce), la risposta sarà sempre la stessa.
Significativamente, lo Yin-Yang contiene cerchi più piccoli annidati all’interno di ciascuna metà del simbolo che serve come promemoria costante della natura interdipendente degli opposti bianco/nero. Ricorda al praticante taoista che tutta l’esistenza relativa è in costante mutamento. E mentre la creazione di coppie di opposti sembrerebbe essere un aspetto del nostro software umano, possiamo mantenere un atteggiamento rilassato intorno a questo, sapendo che ogni lato contiene sempre l’altro, come la notte contiene il giorno, o come una madre contiene il bambino che lei darà alla luce nel tempo.
Vediamo questa stessa idea illustrata in questo passaggio dal poema di Shih-tou:Dentro la luce c’è l’oscurità,
ma non cercare di capire quell’oscurità.
Nell’oscurità c’è la luce,
ma non cercarla.
La luce e l’oscurità sono una coppia,
come il piede davanti e il piede dietro nel camminare.
Ogni cosa ha il suo valore intrinseco
ed è correlata a tutto il resto in funzione e posizione.
La vita ordinaria si adatta all’assoluto come una scatola e il suo coperchio.
L’assoluto lavora insieme al relativo, come due frecce che si incontrano a mezz’aria.
IL SIMBOLO DEL 21: L’OM
Un simbolo dall’aspetto semplice, Om racchiude un sacco di significato. Con radici nell’induismo, buddismo e giainismo, l’Om può ora essere visto e ascoltato negli spazi spirituali di tutto il mondo. L’Om è un suono sacro, è un fondamento dell’induismo, considerato il primo suono dell’universo.
“Prima del suono Om, non c’era niente”.
L’Om è onnicomprensivo, è l’essenza della realtà ultima, e unifica tutto nell’universo. Si pensa che le vibrazioni create dal suono Om stimolino i chakra in tutto il corpo, in particolare il terzo occhio e i chakra della corona, che ci aiutano a connetterci con il nostro sé divino.
Il significato del simbolo Om, pur guardando alla sua forma visiva, deriva dagli stati di coscienza che AUM rappresenta. La lettera “A” rappresenta lo stato di veglia, “U” rappresenta lo stato di sogno e “M” è lo stato di incoscienza, o stato di sonno profondo.
Si dice anche che il significato del simbolo OM rappresenti il dio indù Ganesha, poiché le forme rappresentano vagamente la sua forma di elefante. Le curve a sinistra del simbolo sono viste come la sua testa e il ventre, mentre la curva a destra è il suo tronco. Ganesha è più comunemente noto come il dio che rimuove gli ostacoli, che è correlato al significato di Om, poiché uno deve superare tutti gli ostacoli e lasciare andare tutto prima che lo stato assoluto dell’essere possa essere raggiunto.
Le tre componenti fonetiche di AUM rappresentano la regola del tre, poiché le fedi sono generalmente costruite attorno a una sorta di santa trinità. Non solo AUM rappresenta i tre stati di coscienza, ma i tre regni: Terra, Cielo e Inferi, così come il triumvirato degli dei indù: Brahma (il creatore), Vishnu (il sostenitore) e Shiva (il distruttore).
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