LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 22: TAV
Tav è formata da una Dalet e una Nun. Rappresenta la totalità di ogni cosa che viene creata, l’esito della creazione, l’inizio e la fine, il tutto, la perfezione, quindi riporta sia al concetto della vita che al concetto della morte.
È il segno o il sigillo divino. Tav è il riassunto di tutto in tutto, la scienza integrale dell’assoluto, il mistero che si rivela direttamente nell’anima. È la ricompensa finalmente ottenuta per il resto dell’eternità. È la chiave generale, la scienza tutta. È una lettera che rappresenta qualcosa che chiude, che sigilla l’energia che discende nel mondo della materia.
Nella Cabala indica il compimento di tutti i desideri dell’anima, quindi collegata al concetto del Matto e anche al concetto dell’eternità, l’eternità dell’anima. C’è anche un collegamento con il mito di Gesù, un Gesù che, come sappiamo, è l’unico che si è liberato dal processo di morte, e l’ha fatto attraverso la resurrezione.
In aramaico la parola Tav significa “ancóra”, “più”, quindi qualcosa che spinge ad andare oltre. Si dice, a questo proposito, che fosse il marchio che venne posto come sigillo sulle anime destinate alla vita eterna. Sempre secondo la Cabala, il grafo simboleggia una porta, un passaggio da un luogo ad un altro, da una condizione ad un’altra, da un concetto ad un altro, quindi comunque un passaggio. Nel corpo umano la Tav è rappresentata dal cuore, e il cuore rappresenta la nostra essenza, ed è il luogo dove gli opposti si uniscono e si fondono. Nella medicina tradizionale cinese e nella cultura orientale, il cuore è la sede dell’anima, quindi il 22 è anima pura, prima e dopo l’incarnazione, ed è il luogo dove c’è l’amore, l’amore divino, qualcosa che ci ricollega immediatamente con Dio.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA ALL’1: ALEF
Alef rappresenta l’unione degli opposti. L’Alef tra i vari significati rappresenta anche il silenzio e l’ascolto. Abbiamo quindi la tematica dell’ascoltare, che abbiamo visto anche nel Bagatto. Il silenzio e l’ascolto sono il primo passo che viene insegnato agli iniziati; infatti questi nel primo anno non possono parlare ma solo ascoltare.
È qualcosa che indica anche l’energia senza suono, che non è ancora espressa; il soffio Divino che sta per esprimersi. È l’inizio ma non è espressa ancora, è solo la prima volontà di esprimersi. È il primo atto di unione del Creatore tra il Regno superiore e quello inferiore. Quindi l’Alef è un’azione in potenza, indifferenziata.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 2: BET
La lettera Bet come già detto per la carta, tra i vari significati ha anche quello di utero, di casa, di santuario. La nostra dimora ha la funzione di contenere, di contenere l’energia Divina affinché si manifesti.
Chi ha il 2 sono persone che hanno la possibilità di raccogliere durante i loro studi elementi caotici, confusi fra loro, e unirli in un’unica opera. Sono per questo ottimi ricercatori, ottimi scrittori, insegnanti di saggistica. Queste proprietà, che sono proprietà trascendentali, sono molto pratiche e concrete.
Quindi è un’energia femminile la Bet. Se l’1 è l’energia maschile, lo spermatozoo che deve fecondare l’ovulo, il 2 è l’ovulo che deve contenere questa energia creatrice dell’1. Lo spermatozoo ha bisogno dell’utero, altrimenti non nascerà il 3. Questo è il principio.
Per questo i 2 sono persone che devono ascoltare l’altro, contenere l’altra persona, hanno un compito importante.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL TRE: GIMEL
La terza lettera dell’alfabeto ebraico è un importante archetipo nella crescita spirituale. La lettera ebraica Gimel viene collegata all’immagine del cammello, che ci conduce nel deserto, metafora del nostro mondo interiore inconscio, dove possiamo ritrovare noi stessi.
Rappresenta un’immagine di ricchezza, di autonomia, di indipendenza, perché per attraversare il deserto bisogna essere maturi. In questa lettera sono trasmessi il dinamismo, l’energia dell’intelligenza e il suo calore.
La Gimel quindi rappresenta il movimento, un movimento che però ancora non ha espresso, è nel creare ma non ha creato realmente qualcosa. Rappresenta simbolicamente, un uomo ricco che corre dietro ad uno povero per fargli della carità, perché nell’alfabeto ebraico Gimel precede Dalet, che significa “uomo povero o disagiato”. È la carità, la beneficenza.
È un’attività interiore che è legata alla nostra intelligenza, che dà forma a degli ideali, a delle intuizioni, legata al terzo occhio. Quindi sempre l’intelligenza, il pensiero, la concezione astratta anche delle cose.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 4: DALET
La lettera Dalet significa stipite della porta. Rappresenta una soglia d’accesso alla creazione della materia, alla creazione materiale che è stata messa al mondo dal 3. Qui finalmente si apre come possibilità, rappresenta la stabilità, la sicurezza, ma anche l’elevazione per dominare sé stessi.
Dalet controlla questa soglia d’accesso, una soglia d’accesso legata ad un processo di trascendenza. Si dice che sia la porta che viene controllata, sorvegliata da entità elevate che controllano gli intenti e l’orgoglio di chi vuole entrare nel percorso di trascendenza, ed è, infatti, solo con il 4 che noi possiamo pensare di trascendere verso la spiritualità, perché per fare un percorso spirituale, prima dobbiamo avere completa padronanza di noi stessi, intesa proprio come forza di volontà, padronanza del nostro pensiero, padronanza della materia, perché senza il supporto della materia noi non potremo mai avere un’esperienza spirituale. Con il 4 si comprende come la materia diventi un’emanazione di Dio.
Essendo importantissima la materia per i 4, spesso e volentieri c’è un eccesso di attaccamento, fino a sconfinare nel materialismo, che come ben sappiamo è un difetto umano, in realtà. Quindi tutte le idee ispirate che sono arrivate dal 3, senza il 4 diventano astrazioni, non si concretizzano.
Quindi questa porta della Dalet è sia un’entrata che un’uscita dal mondo materiale. È un passaggio che dobbiamo fare, obbligato. Dobbiamo entrare per poi uscire ed andare oltre. Ma è necessario passare. Dalet rappresenta nella cabala quella capacità di portare in equilibrio le due forze opposte. In natura tutto ha due forze opposte che producono un equilibrio. Quindi con la Dalet finalmente le forze che abbiamo visto nell’1, nel 2 e nel 3, si manifestano nello spazio tempo. È proprio la concretizzazione della parte Divina. La forma della Dalet, secondo i cabalisti, rappresenta anche una persona che è inchinata in umiltà, che sta ricevendo qualcosa, e riceve quello che arriva dal 3. Ma anche questo essere chinati rappresenta la capacità di piegarsi al momento giusto. Per questo il 4 è umile. Sono persone che, da una parte, hanno un grande potenziale e, dall’altra, imparano ad avere consapevolezza dei propri limiti. Questo è un ulteriore potere che ha il 4. L’espressione “mi faccio in quattro” non è un caso, esso si fa in quattro veramente, ma si fa in quattro in base a quello che può fare e mai di più.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 5: HE
Il 5 è legato alla lettera He, o anche Hè, che rappresenta l’etere, la vitalità, il soffio vitale che dà la vita. Qualcosa per essere viva non basta che sia solida, concreta. Noi possiamo avere un oggetto ma è grazie all’etere, al soffio vitale che lo rende realmente vivo.
Dopo i 4 elementi, il quinto è l’etere: è la quintessenza, colui che dà la vita, il soffio vitale. Le cose materiali senza il soffio vitale non hanno importanza. L’importanza è qualcosa di spirituale, non può essere misurata.
I primi pittogrammi di questa lettera He ritraevano una persona in preghiera, con le braccia verso l’alto, come in segno di adorazione, di gioia, come se stesse benedicendo qualcosa, molto mistica come immagine. Non è un caso che dopo il 4 c’è il 5: la rinascita nel mondo spirituale. Finalmente ci si esprime nello spirito ed è lo spirito che dà la vita al nostro corpo materiale. Quindi con il quinto arcano cominciamo il percorso di perfezionamento che caratterizzerà tutti i passaggi degli arcani maggiori verso la congiunzione delle polarità; questo è qualcosa che viene preannunciato già dalla Papessa, la quale vive le polarità separate, cercando per la prima volta di avvicinarsi, di andare incontro all’unità. La He esprime quindi la quintessenza: i quattro elementi più la quinta essenza, questo è l’etere.
La He rappresenta l’ispirazione; l’uomo che vive realmente come tra cielo e terra, l’uomo che ha la volontà di scoprire la coscienza, quell’uomo che per la prima volta vuole essere consapevole. Significa anche finestra, che sta ad indicare la comunicazione tra il fuori e il dentro, quindi qualcosa che fa circolare l’energia, non solo fra l’alto e il basso ma anche tra l’esterno e l’interno.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 6: VAV
La lettera Vav rappresenta la congiunzione, il legame, l’alleanza, il matrimonio. Veniva rappresentata come un gancio, un uncino, un chiodo, dal punto di vista scritto, e rappresenta anche un qualcosa che viene usato per collegare, assemblare, agglomerare. Anche nella grammatica si usa la Vav, come congiunzione di frasi o parole di vario tipo.
Rappresenta anche la spina dorsale, quindi un condotto che porta la vita all’interno di sé. Rappresenta l’unione, l’amore, la fecondazione, tutto quello che porta la vita, che genera la nascita, l’inizio di una nuova vita.
Le scelte sono anche lotta; la vita è una questione di scelte. Si dice che la nostra colonna vertebrale, la spina dorsale, conservi tutte le memorie che riguardano le scelte che abbiamo preso, volutamente o per necessità. Ogni azione che noi facciamo passa attraverso una scelta. In ogni azione noi lasciamo qualcosa e facciamo qualcosa di nuovo. La scelta è molto importante per la questione del libero arbitrio, perché rappresenta il dominio di noi stessi. Quando noi prendiamo coscienza, per la prima volta, della divinità all’interno di noi, perché dopo il 5 ci siamo rivolti alla spiritualità, in questo passaggio del percorso spirituale, ognuno di noi viene posto di fronte alla scelta fra due strade, e una sola di queste conduce realmente all’illuminazione. Quindi c’è questa prova e qualsiasi iniziato passa attraverso questa prova. Questa libertà, che viene sviluppata nel 5, ci porta a prendere coscienza di noi stessi, a fare scelte consapevoli e a decidere autonomamente il nostro destino.
Come rappresentazione grafica c’è la stella di David, il Sigillo di Salomone, dove ci sono due triangoli opposti complementari, che rappresentano due energie: la materia e lo spirito, il maschile e il femminile, cielo e terra, conscio e inconscio, e possiamo anche vederci il desiderio non materiale, carnale, e l’amore.
Come abbiamo visto nella carta, quindi, è un punto di unione tra due forze. Si dice che nella Cabala il tempo esista grazie alla Vav, perché fa da congiunzione tra il prima e il dopo, ci dà la capacità di creare il susseguirsi della vita, che noi viviamo come un susseguirsi di momenti e di attimi, che creano il tempo attraverso le scelte. Quindi il potere di agire negli eventi della vita.
il Sigillo di Salomone rappresenta l’unione del ternario divino con il ternario umano, quindi tra cielo e terra, l’unione del 3 più 3: il nostro ternario unito al ternario superiore del cielo. La nostra capacità di scelta, e di manifestazione personale.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 7: ZAYN
Zayn significa pugnale, scettro, arma da caccia da usare davanti al pericolo. Un’arma che taglia e che trita. Aiuta le persone a liberarsi da qualcosa. Simboleggia la lotta nella vita. Il mondo è il nostro campo di battaglia che viene rappresentato con i conflitti; la lotta è necessaria per vincere e conquistare quella che è la Grazia Divina.
La vera conquista per il 7 è la difesa di sé stessi, per avere padronanza di noi stessi, per dominare noi stessi. La Zayn rappresenta anche una spada, e la spada è l’elemento aria, quindi qui ritorniamo alla capacità dell’intelletto, quella di essere affilato, tagliente. Ma la spada separa, quindi rappresenta anche il discernimento, il separare il vero dal falso. Il 7 analizza tutto, osserva tutto e tutti, categorizza. Questo comportamento è legato ai conflitti di separazione, perché si isola. Zayn è anche la lotta per il sostentamento della persona, una lotta spirituale. È anche la ricerca dell’eternità, ovvero libertà dal tempo, eternità che gli permette di diventare divino, perciò lui fa azioni per cercare di andare verso Dio. Perché si vuole unire a Dio. Il 7 agisce facendo in modo che le sue azioni restino, vuole che vengono registrate, immortali, affinché tutti possano vedere ciò che ha fatto. Qui siamo nella materia e solo dopo, nell’8, si possono superare quelli che sono i limiti della materia. Lui si vuole unire a Dio andando oltre tutte queste strutture e lo fa affidandosi alla fede; per la prima volta si va verso quella capacità, che si consoliderà nell’8, di trovare benefici anche dalle avversità. Quindi è la lotta in senso positivo, è l’evoluzione intelligente, il progresso cosciente dell’essere umano, l’intelligenza iniziatica. Lui dice “ok io vado, mi butto e agisco, capisco che l’importante è fare esperienza, e poi si vedrà cosa succederà; mal che vada avrò imparato qualcosa”. Quindi è come un percorso dove sperimentare il proprio punto di vista nell’infinito dell’eternità, andare oltre lo spazio tempo. Quindi va oltre quelle che possono essere le conseguenze. Questo è il primo passo verso un tipo di consapevolezza che solo nel 22 evoluto sarà totale. Dunque non sarà solo il Fare ma anche l’Essere, perciò tutto sarà allineato: mente-emozioni-amore.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA ALL’8: HETH
Nella ghematria, Heth rappresenta il numero 8. A livello animico questa lettera rappresenta la capacità che noi abbiamo di accedere ai segreti, quelli superiori, della consapevolezza divina. Questa capacità di accedere a queste conoscenze superiori deve essere immediatamente seguita poi dal rientro nello stato materiale normale.
È qualcosa che è funzionale ai compiti che dobbiamo svolgere sulla terra. E anche questo risalta l’importanza dell’8, ovvero, l’equilibrio fra cielo e terra. Viene rappresentata anche come l’incontro fra la vita e la morte. Essendo l’8 un numero di trasformazione e di morte, viene legato anche a Saturno che rappresenta, appunto, la morte, la risurrezione, i cambiamenti drastici e la morte di qualche parte di noi. Rappresenta la capacità di modificare noi stessi incessantemente.
In questo caso la lettera può rappresentare anche un incontro fra la vita e la morte intesa come un incontro tra due piani differenti ed è anche simbolo di resurrezione. Infatti, Gesù è risorto dopo 8 giorni. È un numero che riguarda la trasformazione su un piano diverso.
Rappresenta anche la funzione del riparo, della corazza, della protezione, della difesa. Nella genealogia potrebbero esserci state tematiche di protezione. A questo proposito, Heth significa anche “recinto, siepe, ovile”, rappresenta dunque qualcosa che crea protezione, la siepe e il recinto delimitano, quindi, in un certo senso, proteggono. Parliamo anche di legge del karma, una legge e forse l’unica legge, che ci delimita, perché attraverso questa legge di causa-effetto si ha una sorta di compensazione. Siamo un po’ come confinati all’interno di questo meccanismo, come dentro il nostro recinto, la nostra siepe, il nostro ovile.
Ritorniamo alla natura, la natura intesa come Madre Natura, ma anche come la Legge immutabile che c’è nelle cose, questa legge di causa-effetto. Ma anche la capacità conservatrice della natura e delle cose. Grazie a questa Heth noi capiamo che ogni cosa esiste perché ha una funzione, Tutto è nella natura, nell’ordine universale, perché Tutto ha un compito, anche l’ingiustizia. Tutto è natura, tutto è compensazione. In natura ogni cosa che non è in equilibrio viene portata forzatamente all’equilibrio, la natura funziona così, tende sempre all’equilibrio. Tende sempre a compensare gli opposti, è sempre in questa sorta di movimento e non c’è nessun uomo al mondo che riesca a vincere questa legge. Non esiste! È un limite umano. Possiamo trascendere ciò soltanto con la nostra consapevolezza, spostando il punto di osservazione dall’alto. Guardando dal basso delle cose la nostra vista è limitata. Ci sfuggono molte cose, perciò abbiamo un significato incompleto della realtà che stiamo vivendo in quel momento. Ma se guardiamo dall’alto, il nostro campo visivo si amplia, vedendo anche ciò che non poteva essere visto dal basso. Una visione di insieme. Questo ci permette di dominare gli eventi senza esserne dominati. Viviamo sempre l’incertezza, l’imprevisto, l’ingiustizia, questi sono eventi della vita, ma con una visione più completa li vivremo con una consapevolezza diversa, migliore e dunque con maggior potere.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 9: TET
La lettera associata al 9 è la Tet. Ha una forma particolare che ricorda un serpente che si arrotola, rappresenta un po’ la Kundalini nelle religioni orientali. Rappresenta anche il potere dell’energia sessuale e la sua sublimazione.
È la lettera da cui si trae la forza per vincere la timidezza e la passività, per guadagnare sicurezza in sé e creatività. Indica il predominio dell’amore sul giudizio.
Significa piegarsi, non opporre resistenza, ritirarsi dentro di sé in un isolamento costruttivo. Rappresenta la massima prova per acquisire la nomina, o se vogliamo, l’identità di ierofante. Rappresenta l’illuminazione, il cammino personale. Tet è anche comunicare la parte più profonda in noi, ciò che si prova interiormente. È un processo iniziatico, una prova da superare per chi aspira al comando, perché solo chi ha fatto propria l’umiltà può aspirare ad essere un vero leader.
Il 9 ha questa possibilità di fare un percorso alchemico della propria energia vitale, ma deve risolvere prima le sue faccende terrene, soltanto dopo potrà avvicinarsi alla vera ricerca spirituale, la ricerca interiore, quella che è la porta di accesso al suo animo più profondo, là dove potrà incontrare il suo maestro interiore. Lui rappresenta anche la luce nascosta, luce che riesce a trovare solo quando riesce a trasformare la sofferenza in conoscenza. Solo dopo una crisi si ottiene la consapevolezza, solo allora potrà avvenire l’alleanza con Dio.
Lui deve imparare a piegarsi, è qualcosa su cui non deve opporre resistenza. Per questo la persona deve ritirarsi dentro sé stessa ma senza opporre resistenza al dolore delle prove che deve affrontare. Quindi è un isolamento costruttivo e rappresenta anche la capacità di crescere attraverso l’ispirazione. La Tet è poi anche legata al concetto della bontà, concetto che possiamo trovare nella numerologia classica, dove i 9 sono persone veramente di grande cuore.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 10: YOD
La lettera ebraica corrispondente al 10 è la lettera Yod. È una lettera molto importante perché è la prima delle lettere del nome di Dio Yahweh. È il centro, il seme della manifestazione Divina, quindi il piccolo punto da cui proviene il tutto.
Yod è il punto che ha la funzione di concentrare l’energia, entrare in un unico centro nell’assoluto. Abbiamo bisogno di un centro a livello archetipico nel moto della vita. Questo movimento circolare, ritmico e ciclico, che noi viviamo di continuo, ne abbiamo bisogno perché è da questo che dipende tutto. È legato anche alla mano, mano che sarà presente anche nell’11. La mano della Yod, le dieci dita, è la mano che agisce, la mano del fare, la capacità di fare e di agire, ma anche alla capacità del 10 di afferrare concetti. È l’intelligenza. Chi ha il 10 è molto intelligente. Nel momento in cui non avanza, il 10 si svaluta a livello intellettuale, si svaluta perché si sente bloccato nella vita.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA ALL’11: KAF
La lettera ebraica associata all’11 è la Kaf. La lettera Kaf rappresenta la manifestazione dell’energia di Dio, quindi ha varie funzioni. Diciamo che se Yod era la mano chiusa in potenza, Kaf è aperta, in ricezione e in assimilazione.
È una mano in richiesta, ma anche una mano che contiene qualcosa, quindi che accoglie. La Kaf come lettera è legata anche alla forza, intesa come valore morale e non solo coraggio. Per questo nell’11 ci sono grandi casi di decadimento dal punto di vista morale. Da una parte ci sono grandi guerrieri spirituali che lottano grazie al loro potere per nobili fini, dall’altra la decadenza. La Kaf viene rappresentata come una funzione penetrante, cioè una forza che riesce a modificare la natura delle cose, quindi una forza in potenza, che fa sì che le idee si realizzino, fa sì che noi riusciamo a vincere e superare tutte le nostre resistenze verso i nostri obiettivi. Rappresenta proprio l’energia individuale, psichica, il nostro verbo personale, la nostra intelligenza che ci permette di avere il dominio sulle forze, non solo istintive ma anche sulla materia. Rappresenta anche la manipolazione, il riuscire a manipolare nel bene e nel male. Rappresenta anche il passare ad un nuovo ciclo, dopo il 10 arriva l’11, quindi un concetto di transizione. Ogni transizione passa attraverso uno sbilanciamento e ogni sbilanciamento serve ad allinearci con qualcosa di più elevato. L’apertura dei palmi delle mani, visibili in questo gesto di apertura della Kaf, è permettere all’energia di Dio di pervaderci, per poter affrontare anche le prove più ardue con umiltà, intesa come accettazione.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 12: LAMED
La lettera Lamed ha vari significati legati all’insegnare e all’apprendere. Rappresenta la potenza intellettuale, il sacrificio per andare avanti, quasi un martirio. Quindi è una lettera di ascensione, ascensione anche attraverso il sacrificio.
È la potenza che la nostra anima ha di emergere e di discendere all’interno di sé stessi. Rappresenta la misura, la misurazione, la funzione del misurare. Nel valutare, noi misuriamo, e il 12 ha questa funzione che si porta dietro dall’11. Una sorta di misurazione e pesatura per comprendere il valore e la quantità, in termini spirituali. Anche se sembra difficile capire quanta onestà, quanta dedizione, quanta volontà, ci siano in una persona, il 12 lo fa, misura e pesa, anche noi stessi, le nostre le azioni, attraverso la coscienza. Quindi la Lamed rappresenta la capacità di misurare sé stessi, la propria forza. Grazie a questa misura possiamo superare noi stessi, capire qual è il limite e ribaltare il punto di vista andando oltre, quindi ampliarsi in qualche modo, estendersi di più verso l’alto.
La Lamed è anche legata al cuore, all’amore, ma principalmente al cuore. Il cuore inteso come sede della coscienza. La parola Lev (cuore) comincia con la lettera Lamed, e non è un caso che il chakra del cuore abbia 12 Petali. Il cuore è la sede dell’anima, della conoscenza, della sapienza. In realtà amare è sapienza, perché si impara ad ascoltare l’altro, quindi torniamo all’ascolto, all’orecchio. È un modo per trascendere il proprio Ego, quindi è una via iniziatica; attraverso l’amore noi possiamo fare cose che altre persone farebbero in anni di percorsi spirituali, perché l’amore è la forza più grande che ci porta a rinunciare a noi stessi, a rinunciare a noi stessi in modo positivo, al nostro Ego, ci insegna ad avere fiducia.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 13: MEM
La lettera Mem è una lettera che indica la creazione e la distruzione continua, il principio rinnovatore. Rappresenta il punto di congiunzione tra un prima ed un dopo, un cambiamento, la ripresa dopo la fine, la metamorfosi. È legata all’elemento acqua e rappresenta il flusso del divenire, l’elemento dinamico che scorre e genera trasformazioni.
La lettera Mem è una delle lettere madri, così vengono chiamate le prime lettere ebraiche che sono state create e che sono: Alef, Mem e Shin.
La Mem quindi rappresenta l’acqua e tutti i liquidi, il mondo delle emozioni e dei flussi d’energia; è la fluidità applicata ad ogni forma, l’intuizione e l’immaginazione.
Rappresenta la gloria del Signore che si manifesta attraverso le sorgenti dell’acqua in superficie, ed indica anche quella parte di regole celesti celate nelle acque profonde della Terra.
Rappresentano quindi il “Rivelato ed il Nascosto”. Questa doppia valenza si esprime anche in un doppio modo di scrivere la Mem: a seconda di come la si usa, aperta o chiusa, assume due significati differenti. L’acqua è legata all’elemento femminile, la madre, perché ovviamente noi nasciamo dentro le acque uterine, è il nostro primo ambiente di generazione, ma anche la vita stessa su questo pianeta è nata nell’acqua. Tutto fluisce attraverso l’acqua: le emozioni, l’energia, il sangue, che è composto dal 50% di acqua. Ogni momento di transizione importante della vita, della creazione, avviene attraverso questo elemento, e dunque attraverso la Mem. La nascita avviene mediante la rottura delle acque, ma anche la morte stessa è collegata all’acqua: pensate ai riti di trasmutazione profonda, ai bagni rituali. In alcuni riti si getta il corpo nel fiume, lo lasciano andare, lo abbandonano alle correnti. O quando si gettano le ceneri in mare. Anche nella tradizione cattolica, un esempio ne è il battesimo. Ci sono dei culti dove la purificazione rituale, prima di alcuni riti, è sempre un bagno nell’acqua a simulare questa morte e rinascita. La Mem dunque rappresenta quella capacità di essere veri fino in fondo, di essere legati alla propria essenza, quella che permane in ogni cosa.
Il 13 non è il solo numero che viene evitato. Il 2, per esempio, in Cina viene visto come numero sfortunato. Anche qui si vede sempre il principio femminile che viene giudicato, perché è il principio della polarità, così come la Mem rappresenta vita e morte, il principio femminile è bene e male, è oscillazione, perché l’evoluzione stessa passa attraverso questi due movimenti, e chi non accetta questi movimenti non è spiritualmente in equilibrio. Noi trascendiamo quelle che sono le nostre esperienze di dolore e paure, che sono normali per la mente che percepisce la dualità come qualcosa che oscilla tra il dolore e la gioia, tra il bello e il brutto. Una volta che si va oltre, si capisce e si coglie la funzione Divina di questa Mem e di questo movimento, che è il movimento della vita.
Quindi chi ha questo 13 deve riflettere molto sul costante rigenerarsi della vita, sul fatto di entrare in profondità, entrare proprio all’interno di sé stessi. Nel 12 c’è già un avvicinamento al cuore, si parla del cuore come elemento, come chakra, e nel 13 siamo ancora nel cuore, siamo nell’amore, nell’amore per noi stessi soprattutto. Per la Cabala la parola amore, a livello di ghematria, ha valore 13.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 14: NUN
Nun è la lettera ebraica corrispondente al numero 14. Nun significa nascondersi per fare crescere, quindi rimanda al proteggersi da tutto ciò che è indiscreto. Sono persone che adorano stare nell’intimità, rifugiarsi, avere un loro posto protetto. La funzione di questa Nun è una funzione trasformante, siamo ancora nel processo della trasformazione, c’è la vita che scorre dell’individualità.
Abbiamo visto che c’è stato il movimento e con Lamed ha toccato il punto limite di ogni cosa, la Mem ha dissolto queste forme ed è entrata nel vuoto, e nella Nun c’è la materia che si trasforma, trasfigura, cambia. Questa trasformazione va vissuta con serenità e adattamento, sapersi adattare di fronte a circostanze nuove di volta in volta. Adattarsi e ripartire con nuove idee, nuove opinioni, nuovo tutto.
La Nun è legata al pesce, Nun significa infatti pesce. Rimanda alla vesica piscis , alla mandorla mistica; questo simbolo viene fuori dall’incontro di due cerchi che creano in questa intersezione una specie di vulva, che rappresenta la dualità dell’energia maschile e femminile. Rimanda alla vescica del pesce perché nella creazione questo pianeta era principalmente fatto di acqua e l’acqua è l’elemento primario per il pesce. Il pesce è il primo ad essere nato e cresciuto in ambiente acquatico, ed è l’essere che si è poi trasformato per poi fuoriuscire e divenire quello che oggi è l’uomo. La Mem abbiamo detto che è una matrice, è una materia indifferenziata, però è la matrice per questa materia indifferenziata che poi trasmuta e grazie alla Nun si palesa rinnovata. Quindi il pesce rappresenta la vita che nasce da questo liquido informe che è la Mem, la grande Madre. Il pesce ha un’importanza spirituale per molte culture, possiamo vederlo rappresentato anche come divinità, ad esempio Afrodite che nasce dalla spuma del mare o la dea Madre cinese Kwan-Yin e la dea indiana Kali, che ha gli occhi come il pesce. Anche Gesù spesso è stato rappresentato all’interno della vesica piscis, in alcuni dipinti storici. Quindi, rappresenta il rinnovarsi della vita, della natura, della duplice natura umana e divina, riunite. È l’unione di due dimensioni: quella spirituale e quella terrena.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 15: SAMEK
La lettera ebraica legata al 15 è la Samek. Nel 14 abbiamo parlato di vesica piscis e di una situazione di equilibrio dove ha luogo la vita. Ma la vita è trasformazione, è crescita, è evoluzione. Non si può restare fermi, abbiamo bisogno di una forza in grado di sbilanciare questo perfetto equilibrio.Samek rappresenta la forza in grado di smuovere questo equilibrio. È anche qualcosa che dà sostegno, una struttura, un appoggio. Le interpretazioni sono varie, pare che sia legata all’Albero della vita, quindi anche essere la struttura dell’Albero della vita. Ma anche il sostegno in Dio, la fiducia che abbiamo nel Divino che ci può aiutare ad attraversare le prove di questo numero. Alcuni interpretano la lettera Samek come degli attaccamenti, altri con la ruota del destino che richiama molto il concetto che alla fine del cerchio ci sia un nuovo inizio. Quando noi raggiungiamo un obbiettivo, una meta, ecco che c’è bisogno subito di un altro obbiettivo. L’intera vita è un susseguirsi di obbiettivi. Senza obbiettivi non ci sarebbe crescita, e questo concetto ci riporta al discorso che abbiamo fatto prima sull’equilibrio. L’abilità sta nel saper procedere senza cadere, stando attenti a non sprofondare. Questo ci fa comprendere quanto sia importante non stagnare ma imparare ad affrontare il dopo. È proprio quello che accade quando si raggiunge un traguardo tanto atteso, è lì che ci viene richiesto di metterci in gioco, di affrontare la prova. È come se quella situazione sia fatta apposta per minare quell’equilibrio tanto guadagnato. La Samek ha la funzione di pressare, premere, schiacciare, pesare, opprimere. Rappresenta una forza capace di indurre una spinta. Ed è quello che succede quando raggiungiamo l’equilibrio con il 14, ci troviamo un’energia che va trasformata, un’energia che può fuoriuscire riportandoci a vivere determinate situazioni, un’energia che può nuovamente far manifestare all’esterno, come prova finale, il contenuto interiore, psichico, che abbiamo appena smosso in questa situazione. Quindi quando noi ci sentiamo messi alla prova è sempre questo archetipo del 15 che sta operando, è sempre energia che si muove, un’energia che noi abbiamo prodotto dall’interno e che dobbiamo portare fuori, all’esterno. Parliamo dunque di pressione e compressione, funzionalità indispensabili nella nostra esistenza. Ogni volta che vogliamo fare qualcosa dobbiamo imprimere una forza. Questa forza può prendere il posto di un aereo che decolla così come il semplice camminare per strada. Per sollevare una gamba dobbiamo premere al suolo con l’altra. Questa forza o pressione, la possiamo utilizzare per azioni malvage così come per nobili scopi. Questa funzione può essere diabolica oppure benevola. Non è quindi diabolica quando viene utilizzata in modo saggio e funzionale. Moltissime armi vengono utilizzate per male o per il bene. Pensa al semplice coltello: può uccidere o essere utile per pelare le patate.Gli Archetipi non sono né buoni, né cattivi: sono, punto. Non dipende da esso ma dall’intenzione che ne abbiamo.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 16: AYN
La lettera legata a questo numero è Ayn. Questa lettera viene rappresentata con l’occhio di Osiride. L’occhio inteso come qualcosa che rappresenta la visione del mondo, la capacità di vedere, la chiaroveggenza, la medianità, ha una potenzialità enorme di intuizione, di entrare in profondità nelle cose.
Il 16 riesce ad avere delle percezioni particolari. La funzione di questa Ayn è quella di liberarsi dalle illusioni, dalle false idee, di riuscire a utilizzare questa capacità per sé stessi.
È capire che c’è un principio importante nella vita che è quello delle corrispondenze. Alla lettera Ayn è legata la funzione della corrispondenza. La corrispondenza è uno dei Princìpi Ermetici che dice “come sopra così sotto” e cioè che c’è una corrispondenza fra i vari piani di esistenza, e noi non abbiamo accesso diretto a determinati piani spirituali se non attraverso delle corrispondenze. Non possiamo conoscere alcune cose però le possiamo comprendere ugualmente, proprio grazie a questo principio. Ci fa capire che quello che noi viviamo dentro di noi in realtà è un riflesso di Dio, che noi siamo a immagine e somiglianza di qualcosa di più grande, e quello che vediamo qui, sulla Terra, succede allo stesso modo nell’universo, nella galassia. Così come quello che succede fuori di noi succede in noi. Per capire come funzionano le stelle nel Cosmo è necessario studiare le creature più piccole della materia: le particelle. Così come per capire come funzionano e come interagiscono le particelle è necessario studiare i fenomeni giganteschi delle stelle. Questo è il Principio della Corrispondenza. Questo principio è stato utilizzato molto nella magia, per esempio per evocare l’energia dei pianeti. Non potendo disporre di un pianeta dentro casa, si utilizzano delle corrispondenze, delle energie corrispondenti a quel pianeta presenti nelle piante, nei metalli, nei numeri, perché è un principio che collega ogni cosa a tutto il creato (vedi la teoria del Tutto).
Paracelso utilizzava l’osservazione delle forme delle piante per capirne le proprietà, per capire come poterle utilizzare, gli scopi, i benefici di queste piante. Questo è il principio della corrispondenza che è contenuto nella lettera Ayn. Riuscire a vedere le cose così come sono anche cogliendo l’unità, cogliendo le analogie, la via spirituale di conoscenza di Dio che passa attraverso lo studio e l’osservazione delle analogie presenti in ogni cosa. Dunque un concetto molto importante da comprendere e da applicare, e nel 16 questo insegnamento è presente.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 17: PE
Pe è la lettera ebraica corrispondente al 17. Pe significa bocca. Non rappresenta propriamente la comunicazione ma la parola, la parola riguardo il modo in cui ci esprimiamo.
La sua funzione è quella di allargare, spandere, diffondere, ingrandire, estendere fuori, diffondere le cose come la parola.
Quando noi parliamo diffondiamo delle energie, la parola è molto importante, la parola è un’informazione, un suono che va a toccare qualsiasi cosa presente intorno a noi e dentro di noi. Rappresenta anche la rinascita, il ritorno, perché dopo il 16 si rinasce autentici. Il 17 è legato al concetto di bene, di buono, di bontà, perché la parola buono e bene ha valore 17, e le persone con il 17 sono molto generose, di cuore.
Il mito associato alla Pe è quello di Eolo che aveva il compito di liberare e modulare i venti che custodiva in un otre, dentro ad una caverna, a Lipari, nelle Eolie. La lettera che corrisponde a questo archetipo è la “P”.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 18: TSADI
La lettera Tsadi significa il giusto, e rappresenta la sublimazione che avviene per entrare in un altro livello di coscienza. L’ideogramma rappresenta un amo, un arpione, quello che i pescatori utilizzano per pescare il pesce, quindi per nutrirsi e può essere visualizzato come l’àncora che viene utilizzata per attaccarsi, ancorarsi all’inconscio. Il giusto è inteso come la persona che è stata in grado di fare questo percorso di purificazione dell’inconscio. Il giusto si riferisce a qualcuno che è retto, umile. Il 90, che è il valore della lettera, è collegato al silenzio, al segreto. Colui che sa mantenere il silenzio, i segreti, ha un grande valore dal punto di vista morale, è un segno proprio di umiltà, di saggezza e quindi di essere un giusto. Significa anche la separazione, il laterale, ovvero rappresenta tutto quello che è un mondo parallelo, mistico, occulto, tutto quello che è di un altro mondo, il mondo del sogno per esempio. Il nostro, può essere considerato come un mondo laterale. Una funzione è anche quella del concetto di separazione, divisione, interruzione, ma non in negativo, perché è legata non solo all’amo ma anche ai vecchi utensili che venivano utilizzati per tagliare. Un taglio che riguarda la strada, è come quel punto dove qualcosa si ferma per cominciare a dividersi in nuove direzioni, proprio come quando si taglia un ramo dall’albero e da quell’esatto punto vengono fuori altri rami. È come una biforcazione, un qualcosa che si risolve ed assume un nuovo senso, un nuovo significato. Quindi, si taglia lasciando andare il passato senza paura, per acquisire un nuovo senso, nuove strade, e quindi nuove possibilità. Qui non si è come nel 9 che c’è ancora la mancanza di fiducia, qui si ha completa fiducia in Dio, nel Creatore; per cui si taglia il passato con maggior leggerezza.
Indica anche l’essere osservatore, concetto che corrisponde all’essere creatore della realtà. Nel momento in cui osserviamo qualcosa, stiamo contemporaneamente creando. Ritroviamo lo stesso concetto nell’esperimento che è stato svolto in fisica quantistica: quando le particelle venivano osservate si comportavano in un modo, e se non venivano osservate si comportavano in altro, alternando il loro essere particella oppure onda. Quindi, noi nel momento in cui osserviamo, siamo già creatori; quello che osserviamo è sempre lo specchio del nostro mondo interiore inconscio. Siamo in costante osservazione del nostro inconscio e qui, nella Tsadi, non c’è divisione sostanzialmente, non c’è separazione fra dentro e fuori, non c’è una limitazione.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 19: QOF
Qof è la lettera ebraica legata al 19. Il significato di questa lettera è cruna dell’ago, e uno dei significati potrebbe essere il concetto di umiltà. È legato anche alla parola fenicia che significa occipite, che è una parte della testa che va delle orecchie al collo, e che fa da ponte fra una parte inferiore e una superiore del nostro corpo.È qualcosa che connette la nostra nuca. La nuca in questo caso rappresenta il discernimento di tutto ciò che è superfluo, quindi è qualcosa che ci permette di conoscere la verità, di andare oltre le illusioni.
La funzione della lettera Qof è quella di connessione e di legame, di unire stabilmente le cose. C’è proprio un connettere facendo compenetrare due parti differenti che diventano una sola, quindi si lega la parte inferiore, quella della fisicità, la parte primitiva, con quella superiore della testa, del discernimento spirituale. È l’ascensione, la libertà, il candore, la Luce, la verità, il benessere, il trionfo, la gloria, la manifestazione dell’Essere Originale. Ci si proietta nella rivelazione dell’inossidabile collegamento ed interconnessione fra il mondo inferiore e il mondo superiore. È infatti la funzione che rappresenta un legame tra due sostanze differenti e alla sua capacità di fondere fra loro le cose.
Questa è l’unica lettera ebraica che come forma si estende sino sotto la linea inferiore, quindi rappresenta finalmente la possibilità di scendere nel mondo degli inferi e non avere problemi.
Il 19 come percorso iniziatico ha la capacità di entrare nelle parti più infernali, basse, negative della vita, completamente tranquillo, perché ha un legame con il cielo e con Dio talmente forte, solido, che è al di là del bene e del male. Se si mette il sole dentro un luogo buio, lui porta la luce, non viene scurito dal buio. Quindi c’è proprio una coscienza interiore allineata con la coscienza superiore, totale, perché il 19, dentro di sé, ha la certezza della luce nel suo spirito, ha fatto già un viaggio lunghissimo nell’oscurità e adesso è integrato nel Divino.
È l’Essere rinato, l’ego inferiore sublimato nell’Io eterno ed immutabile, illuminato dal sole Interiore.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 20: RESH
La lettera ebraica corrispondente al 20 è Resh e rappresenta il miglioramento, la sublimazione della materia, il perfezionamento, il completamento, la progressione, il rinnovamento delle cose in relazione al loro movimento.
La sua funzione è quella di portare da un livello materiale ad un livello spirituale.
Rappresenta anche la scelta tra questi due piani. Esprimere con chiarezza il concetto di dualità, di direzione e di movimento.
La lettera Resh è come un corridoio attraverso il quale l’uomo può raggiungere il cielo.
Spiritualmente rappresenta il Soffio Divino che feconda le intelligenze e porta l’azione redentrice, la penetrazione spirituale, il sollievo, la guarigione, il ristabilirsi della salute fisica, morale ed intellettuale.
La Resh è funzionalmente simile al quattordicesimo archetipo: Nun, che rappresenta la trasformazione. Entrambe agiscono sulle forme modificandole ma, mentre la Nun è priva di direzione, ossia la trasformazione può avvenire in ogni senso, la Resh ha una direzione verso l’alto, verso un miglioramento. La sublimazione della materia attraverso il Soffio Divino.
Entrando nell’influenza della Resh l’Iniziato ottiene la liberazione, il disimpegno, la riparazione dei torti subiti, l’equo giudizio dei posteri, il profetismo ed indica la nascita del discernimento ad ogni livello.
Rappresenta la medicina universale, la resurrezione, la testa, il vero pensiero che penetra nell’uomo, l’essenza della personalità, il segreto della sua unicità.
La Resh dice che tutta la conoscenza è impermanente, in continua trasformazione e perciò inafferrabile nella sua infinità. Ci indica anche che la conoscenza, indipendentemente dal nostro giudizio, è un fenomeno che ci permette di crescere.
Il 20 rappresenta la fede, ma una fede basata sulla conoscenza non una fede cieca: nulla è ancora formato e tutto è possibile.
L’iniziato sa però che ciò che non è, grazie alla sua conoscenza, sarà. È l’origine della tranquillità interiore.
Notiamo ancora che il 20 rappresenta un numero duale e che è formato dal 2, la Bet, funzione contenitore e lo 0, il numero principe che non contenendo alcun valore, esprime ogni valore possibile. Il 20 quindi, rappresenta la Bet, non più in forma ideale, ma concreta, o meglio, cristallizzata o sublimata.
LA LETTERA EBRAICA ASSOCIATA AL 21: SHIN
La lettera ebraica corrispondente al 21 è Shin. Rappresenta ciò che è vero, la vera essenza, la nostra quinta essenza.
Shin significa dente e rappresenta l’aggressività, la nostra potenza. Molti sono i conflitti legati al potere.
Quando uno è vicino al compimento, la grande tentazione che gli viene data dall’universo è proprio quella del potere. Sono persone che vengono tentate dall’autocompiacimento, possono diventare persone con senso di superiorità, invece non devono sentirsi superiori, migliori. Devono semplicemente essere ciò che sono, perché sentirsi inferiori o superiori è un segno dell’ego. Anche quando ci si sente inferiori a qualcuno vuol dire che si è nell’ego, perché si sta filtrando la realtà come migliore o peggiore, quindi siamo ben lontani dalla meta. Il valore 300 della lettera rappresenta l’Elohim, il nome disincarnato di Dio, un’energia potentissima. Il 21 ha accesso ad un’energia veramente illimitata.
Rappresenta la funzione di trasmettere da un luogo, ma anche, da una persona o una cosa, all’altro. È il passaggio da una parte all’altra, la propagazione in tutte le direzioni, la comunicazione, che va laddove c’è chi deve riceverla. È il compimento, l’apoteosi, la ricompensa, il successo, la fortuna, il coronamento dell’opera. È l’integrità assoluta, l’estasi, la veggenza, il mistero che si rivela all’anima. È un viaggio che ha portato l’uomo a comprendere l’Infinita Conoscenza Cosmica.
È la reintegrazione nell’unità divina, la materia completamente spiritualizzata, glorificata, divinizzata. La Shin rappresenta il microcosmo ed il macrocosmo fusi in un’unica cosa.
Alla fine di tutto questo percorso abbiamo capito che gli arcani maggiori hanno delle possibilità interpretative immense. C’è di tutto. Per cui, come dicono nella Cabala, ci sono 70 livelli di comprensione dei tarocchi, degli archetipi, e quindi dei numeri.
C’è una frase bellissima del Kibalion che dice: “le labbra della conoscenza sono aperte solo alle orecchie della comprensione” che sta a significare che noi abbiamo la verità sempre davanti, però sono i nostri occhi e le nostre orecchie che hanno la possibilità di vederla o meno.
Eliphas Lévi disse: “una persona incarcerata che non abbia libri eccetto i tarocchi, se sa usarli, potrebbe raggiungere in pochi anni la conoscenza universale, e sarebbe in grado di parlare su ogni argomento con ineguagliata sapienza e inesauribile eloquenza”.
Dunque, in sintesi, abbiamo visto che dall’1 al 22 la costante è quella di trovare l’equilibrio armonico tra gli opposti. Cioè un percorso verso l’unità.
La missione dell’essere umano è quella di riconoscere la dualità, di riunire tutte le parti inconciliabili, tutte le parti contrastanti, tutti i nostri conflitti.
Ciò che va fatto è un lavoro di comprensione profonda, di consapevolezza. Una volta compreso, tutto ciò che prima ci costringeva e ci teneva imprigionati cade. Una sorta di pulizia profonda.
Come insegna lo yoga in Oriente, come sentiero iniziatico – yoga vuol dire portare in unità, unione, riconnettere – che il nostro percorso è oltrepassare tutte le forme di opposizione che noi abbiamo creato a livello karmico, con le quali ci opponiamo alla luce.
Quindi l’armonia la generiamo soltanto abbattendo le opposizioni dentro di noi. La terra stessa è posizionata a livello astrologico tra Marte e Venere, che sono il maschile è il femminile a livello archetipico. La nostra incarnazione ha la funzione di trovare l’equilibrio fra il femminile e il maschile, fra la nostra parte passiva e quella attiva, tra tutte le opposizioni interiori, facendo in modo che lo Spirito si condensi all’interno della materia.
Link correlati:
Interpretazione dei 22 Arcani Maggiori