I simboli sono un veicolo di trasporto. Ti ho voluto stupire con questa frase ad effetto per attirare la tua attenzione, ma anche perché credo fermamente in quello che ti ho appena riferito.
I simboli sono i mezzi di trasporto degli archetipi, di concetti universali e immortali, che hanno bisogno di una struttura attraverso la quale attraversare i millenni.
Dentro ad ogni simbolo sono presenti dei significati, dei segreti, dei concetti non esprimibili in parole. Questi ultimi vengono da lontano, hanno attraversato i millenni, hanno girato tutto il mondo più volte, si sono persi e ritrovati.
Per la gran parte di noi un simbolo è soltanto una rappresentazione, ma chi conosce le grandi tradizioni esoteriche sa che in ognuno di essi vi è un segreto che permette una rigenerazione dell’archetipo contenuto.
Mi spiego meglio: il simbolo è una sintesi, una forma molto asciutta, di un significato, di un archetipo. Si deve viaggiare leggeri come sai, e così è anche per i messaggi che devono attraversare un’infinita serie di generazioni diverse.
Coloro che sono depositari di una sapienza tradizionale che offre loro gli strumenti per leggere attraverso il simbolo, sapranno decodificare il messaggio, gli altri vedranno soltanto una figura.
Il simbolo viaggia comunque nei tempi e nel mondo, viene trasmesso di generazione in generazione anche a chi non ne conosce il significato e che comunque lo tramanderà ai posteri.
Gli iniziati alle tradizioni antiche, in ogni tempo, sapranno tramandarsi oltre al simbolo anche la chiave di lettura dello stesso e ciò può essere considerato l’essenza dell’esoterismo.
In una serie di articoli che ti andrò a proporre cercherò di ricostruire, in parte almeno, i significati principali dei simboli che ancora oggi sono molto diffusi e che mantengono i loro segreti celati ai più.
Hamsa, ovvero la Mano di Fatima
In tutto il Medio Oriente è molto diffuso il simbolo della cosiddetta “Mano di Fatima” che però è nota anche con altri nomi. Ma con i simboli il nome può non avere alcuna importanza, poiché ciò che conta è il segreto racchiuso nel simbolo.
“Hamsa” per i mussulmani sunniti è il numero 5, proprio come le dita della mano. Ciò corrisponde ai 5 Pilastri dell’Islam: testimonianza di fede, preghiera, pellegrinaggio alla Mecca, digiuno ed elemosina.
I mussulmani sciiti invece collegano questo simbolo e le sue dita ai 5 membri della famiglia sacra: Maometto, Fatima, Ali, Hussein e Hassan.
Questo stesso simbolo tra gli ebrei è conosciuto con un altro nome e si lega a tutt’altra tradizione. Infatti la mano diventa la “Mano di Miriam”, sorella di Mosè e di Aronne.
Ovviamente anche nella tradizione ebraica ci si lega al numero 5, hamesh in ebraico, che è un numero sacro che rispecchia i 5 libri del Pentateuco della Torah: ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
Ma nella cultura ebraica i numeri si legano anche all’alfabeto: il 5 corrisponde alla lettera “Heh” dell’alfabeto ebraico, che è anche uno dei nomi benedetti di Dio.
Le varianti del simbolo
I simboli offrono spesso molte varianti e versioni, per quanto riguarda la Mano di Fatima possiamo subito analizzare alcune di quelle più tipiche.
In Marocco e in Turchia in particolar modo, la Mano di Fatima ospita anche l’Occhio di Allah che veglia sui suoi fedeli. Nella versione ebraica invece al posto dell’Occhio si trova la Stella di David che, ricordiamo, è un simbolo magico che lega la materia allo Spirito.
La Mano di Fatima è spesso riprodotta anche con incise delle preghiere volte a benedire la casa o a proteggere i viaggiatori. Senza dubbio però la versione più diffusa è quella della sola Mano di Fatima che rappresenta valori importanti: fede, temperanza, autocontrollo, pazienza e serietà.
Le origini e le funzioni del simbolo
La Mano di Fatima fa risalire le sue origini all’alba dei tempi, tant’è che era già presente nell’antica Mesopotamia come “Mano di Ishtar”, ed era un simbolo di protezione divina.
Viene comunemente utilizzato come amuleto e simbolo di protezione che viene presentato in forma di ciondoli, arazzi, ricami e veri e propri amuleti. Ovviamente il materiale preferito è l’Argento: il metallo del Profeta.
Come amuleto e monile può essere esposto sia con le dita rivolte verso il basso che verso l’alto. Con le dita in alto proteggerà dagli influssi negativi dalle gelosie e dal malocchio. Con le dita in basso sarà testimonianza dei messaggi che trasporta in base alla tradizione a cui si appartiene: 5 Pilastri dell’Islam, 5 libri del Pentateuco…
La leggenda della Mano di Fatima
Questo simbolo è legato anche ad una leggenda che affonda le sue radici nella cultura islamica: Fatima era infatti la figlia del Profeta Maometto, dotata di una fede incrollabile.
Fatima era dotata di grandi poterti tanto che quando andava a pregare nel deserto, dal cielo iniziava una pioggia che faceva sbocciare meravigliosi fiori in mezzo alla sabbia.
La leggenda narra di una sera in cui stava cucinando la cena per suo marito Alì, nipote di Maometto. Il marito al rientro a casa si presentò con una concubina con cui voleva passare la notte.
Ciò sconvolse molto Fatima che presa alla sprovvista lasciò cadere il cucchiaio di legno con cui stava cucinando il semolino nell’acqua bollente, e continuò a mescolare la cena con la propria mano senza percepire nessun dolore o bruciore.
Quando il marito entrò in cucina allora Fatima avvertì il dolore e Alì la aiutò a medicare le ustioni riportate. Nonostante questo lui le disse che quella notte l’avrebbe passata con la sua nuova sposa.
Fatima accettò di buon grado la tradizione islamica e nonostante la sofferenza che la dilaniava lasciò che il marito giacesse con la nuova donna. Però Fatima decise di spiare di nascosto.
Mentre i due stavano per consumare il loro amplesso, Fatima, che li osservava di nascosto, lasciò cadere delle lacrime e una di queste, cadde sulla spalla di Alì che capì immediatamente l’origine della stessa.
Il marito comprese l’immenso amore di Fatima e il dolore che stava affrontando per colpa sua: decise dunque di rinunciare alla sua notte di passione.